ROMA – Tfr in busta paga: Renzi spinge, Padoan frena. I nodi Inps e fondi pensione. Non è una netta frenata, ma quella di Pier Carlo Padoan sul conferimento del Tfr in busta paga può sembrare comunque una posizione cauta. Sicuramente più cauta di quella di Matteo Renzi che continua invece a spingere perché questa, come anche l’ipotesi di una tassa unica comunale, diventino realtà con la legge di stabilità. La questione è effettivamente allo studio, riconosce il ministro dell’Economia, le ipotesi sono diverse “ma non è ancora stato definito il quadro generale”.
Il meccanismo è “molto delicato e qualunque cosa si faccia avrebbe delle conseguenze da valutare bene”, spiega. La questione di fondo è la cosiddetta “compensazione” per le imprese che resterebbero a corto della liquidità assicurata dalla permanenza in azienda del trattamento di fine rapporto. L’idea sarebbe dunque quella di coinvolgere le banche ma, come sottolineato dal presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, perché il sistema funzioni ci sarebbe bisogno anche di un garante di ultima istanza.
“Abbiamo bisogno di garanzie pubbliche“, ha spiegato, assicurando comunque che la banca farà “tutto il possibile nei limiti del suo mandato”.
Il governo ha intanto incassato il via libera delle piccole imprese industriali. Ci sta la Confindustria, nonostante le prime dichiarazioni contrarie del presidente Giorgio Squinzi, perché ritiene che ci siano le garanzie per i piccoli. Sembra che ci sia anche la disponibilità delle banche a “sostituire” il Tfr con un credito a tassi agevolati. Le banche, dunque, anticiperanno i soldi al lavoratore interessato e le aziende li restituiranno alle banche una volta che quel lavoratore cesserà il rapporto. L’ipotesi di un intervento della Cassa depositi e prestiti sembrerebbe meno probabile. (Roberto Mania, La Repubblica)
Altro punti critico riguarda la stabilità del sistema dei fondi pensionistici integrati con possibile esclusione dal trasferimento in busta paga, quindi, di quei lavoratori che vi versino il loro Tfr. Ci sono poi i 6 miliardi di euro di Tfr delle aziende sopra i 50 dipendenti affidati alla gestione Inps: il mancato entroito per lo Stato sarà compensato solo parzialmente dal maggior gettito fiscale immaginato.
I commenti sono chiusi.