Crisi, Bernanke: “Nel 2011 la ripresa sarà più forte”

La ripresa c’è, fragile, certo, ma si farà sentire ancora di più in questo 2011 appena iniziato. A dirlo non è un analista qualunque, ma il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke.

Alla prima audizione in Congresso dall’inizio dell’anno, il capo della banca centrale americana difende la propria politica monetaria, ribadisce che l’economia non cresce ancora abbastanza per convincere la Fed a invertire rotta sul piano di acquisti di bond per ulteriori 600 miliardi di dollari, invita il Congresso ad agire sui conti pubblici. Ma ricorda anche i dati sulla disoccupazione in America diffusi proprio in questi giorni: un tasso che è sceso al 9,4 per cento, ai minimi dal maggio del 2009.

“Il tasso di disoccupazione resta inaccettabilmente elevato, sottolinea cauto Bernanke, ci vorranno quattro o cinque anni per una sua normalizzazione”. E in questo lasso di tempo “gli Stati Uniti hanno bisogno di un impegno credibile in un piano di risanamento fiscale”, che devono ”adottare in tempi brevi”.

“Non agire sulla riduzione del deficit e del debito potrebbe avere ”conseguenze economiche e finanziarie severe”, avverta Bernanke. Fra queste ”un rapido aumento dei tassi di interesse” sul debito americano, ”ampie turbolenze sul sistema finanziario”, meno investimenti privati ed ”effetti avversi di lungo termine sulla produzione, i redditi e gli standard di vita”. ”Serve responsabilita’ fiscale” aggiunge.

Sulla linea dell’ottimismo si è però espresso anche il presidente Barack Obama. ”I dati mostrano un trend chiaro” di miglioramento, ”ma la recessione è stata brutale e resta molto lavoro da fare”, ha detto, ma la svolta c’è stata: “Abbiamo visto per 12 mesi di fila una crescita del settore privato per la prima volta dal 2006, l’economia ha creato 1,3 milioni di posti di lavoro l’anno scorso e ogni tri mestre siamo stati più forti del precedente”.

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