(Foto Ansa)
MILANO – Alessandro Sallusti ha scelto il rito abbreviato nel processo per direttissima per evasione. Il direttore de Il Giornale ha dichiarato: “Ero evaso per andare a San Vittore”. L’udienza del 6 dicembre è stata rinviata al 14 dicembre e Sallusti è difeso dagli avvocati Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa, e da Valentina Ranella.
Quando sabato 1 dicembre, compiendo un ”gesto simbolico”, Alessandro Sallusti è uscito dalla sua casa mentre era già in stato di detenzione domiciliare, lo ha fatto perché voleva ”andare a San Vittore”. Lo ha spiegato lo stesso direttore de ‘Il Giornale’ ai cronisti fuori dal tribunale di Milano dopo l’udienza del processo per direttissima la mattina del 6 dicembre.
Sallusti ha spiegato di avere ”rifiutato il patteggiamento” nel processo per evasione, perché punta all’assoluzione proprio essendosi trattato di un gesto simbolico, per manifestare la sua volontà di scontare la pena per diffamazione in carcere. Oggi in tribunale a seguire l’udienza c’era anche il presidente dell’Ordine del Giornalisti, Enzo Iacopino, e Sallusti ha spiegato di aver ”apprezzato il gesto e la presenza” del presidente dell’Ordine.
Sallusti ha detto: “Ringrazio anche voi che state facendo il vostro lavoro, anche se la classe dei giornalisti, in generale, non è stata molto solidale”. E a chi gli ha chiesto anche un commento sulla probabile nuova discesa in campo di Berlusconi, ha risposto con un sorriso: ”Se oggi non smentisce ancora, la vedo bene”. E poi ha chiesto ai cronisti di concludere l’intervista ”perché devo salire in macchina, sennò – ha aggiunto ridendo – mi arrestano un’altra volta”.
Niente carcere, ma detenzione domiciliare per tutti i casi simili a quello di Sallusti, per i quali possono essere applicate la legge ‘svuotacarceri’ e la ‘doppia sospensione’ della pena. Lo ha deciso il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati con una direttiva a Ufficio Esecuzione della Procura.
Secondo La Russa il direttore de Il Giornale può “confidare nell’assoluzione” dall’accusa di evasione dai domiciliari, perché ”ci sono elementi in questo senso”. La difesa di Sallusti – ha chiarito La Russa – ha ”prodotto nel processo il video, disponibile anche sul sito de ‘Il Giornale’, che riprende i momenti dell’uscita dall’abitazione del direttore che è stato poi subito fermato dai verbalizzanti”.
Nel processo è stato depositato anche il video della conferenza stampa di venerdì 30 novembre nella quale Sallusti aveva ribadito la sua volontà di scontare la pena di 14 mesi di reclusione per diffamazione in carcere e non ai domiciliari. Quella di oggi, ha aggiunto l’ex ministro, ”è stata un’ udienza serena e cordiale e abbiamo deciso di non approfondire la strada del patteggiamento, ma chiedere l’abbreviato”.
Rito che prevede lo sconto di un terzo della pena nel caso di condanna. Per la difesa, però, ci sono ”elementi per l’ assoluzione”. In sostanza, secondo i legali si deve partire dal fatto che è stato un ”gesto simbolico” e che gli agenti di polizia giudiziaria sono intervenuti subito, appena Sallusti è uscito di casa. ”Impedendo quindi – ha concluso La Russa – che si commettesse il reato”. Il parlamentare del Pdl non ha voluto rispondere a domande sulla situazione nel partito e su Berlusconi: ”Quando ho la borsa da avvocato – ha chiarito – non parlo di politica”.