Corea del Nord, ecco i tagli di capelli consentiti: il regime anche dal parrucchiere

In Corea del Nord, il regime comunista arriva anche dal parrucchiere. Un fotografo dell’Associated Press che si trovava nel Paese asiatico per scattare alcune foto che documentassero la vita quotidiana dei nordcoreani, ha scoperto dei manifesti affissi nei  parrucchieri che mostrano tutte le acconciature consentite sia per gli uomini, sia per le donne.

Le donne vengono incoraggiate a scegliere tra 18 tagli di capelli, gli uomini solo tra 10. L’uniformità perfetta imposta dal regime di Pyongyang, arriva anche a controllare la lunghezza dei capelli che appare essere decisamente demodé.

Agli uomini-modelli ritratti nelle foto vengono imposti tagli che in occidente si usavano decenni fa: capelli corti, a spazzola o blocchi lisci pettinati all’indietro. Alle donne invece, viene imposto un taglio di capelli abbastanza corto.

Elmar Burchia, in un articolo pubblicato il 22 febbraio sul Corriere della Sera spiega la nascita di queste regole:

“Le regole della messa in piega risalgono al 2005: il regime nordcoreano aveva dichiarato guerra ai capelli lunghi con una campagna nazionale in tv intitolata: ‘Tagliamoci i capelli in base allo stile di vita socialista’. L’appello alla popolazione (maschile): una tolleranza massima di cinque centimetri di lunghezza per la sommità del cuoio capelluto e da uno a 5 centimetri per i lati e la nuca. Più libertà ce l’hanno gli uomini anziani che possono farsi crescere i capelli fino a sette centimetri prima di recarsi dal barbiere. La campagna, che descriveva i capelli lunghi come sinonimo di ‘decadenza occidentale’, era stata lanciata da Kim Jong-il. Il Caro Leader aveva una particolare avversione per gli uomini con i capelli lunghi che considerava ‘disgustosi’ e ‘impossibili da distinguere dalle donne'”.

Ecco le foto delle acconciature pubblicate dall’Ap:

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