ROMA – Sono 800 i milioni di euro all’anno che lo Stato spende per finanziare i costi della politica regionale, ovvero gli stipendi di consiglieri, assessori e presidenti di Regioni e province autonome. Se a questo dato accorpiamo la spesa per i consiglieri, gli assessori, i sindaci e i presidenti di Comuni e Province, arriviamo a 1,4 miliardi all’anno, ovvero quasi alla metà di quello che serve per togliere l’Imu sulla prima casa.
Sono i dati del Siope, il sistema che rileva incassi e pagamenti delle pubbliche amministrazioni, pubblicati dal Sole 24 Ore con un articolo di Valeria Uva. Dove si legge che la voce più pesante nei bilanci degli enti locali è il costo del personale (2,9 miliardi), seguito dalle “spese per servizi” (1,3 miliardi).
A parte alcune tristi conferme, dai dati del Siope arrivano alcune sorprese:
“Prendiamo per esempio le Province, da anni nel mirino proprio perché ritenute inutili e costose: l’affermazione è smentita dai dati Siope, almeno per quel che riguarda il costo pro capite di consiglieri e assessori provinciali: «solo» 2,5 euro contro i 19 dei politici regionali e i 13 di quelli comunali (si veda la tabella a fianco). Ma il discorso cambia se si analizza il rapporto percentuale tra la spesa corrente e quella per organi istituzionali: 1,32 euro il peso dei rappresentanti delle Province rispetto al totale della spesa corrente dello stesso ente, contro lo 0,55 dei politici regionali e l’1,07 di quelli comunali”.
Mentre non stupisce che le Regioni spendano molto di più in stipendi che in investimenti:
“145 miliardi in un anno per funzionare la macchina, contro i 17 miliardi spesi per investimenti su strade, ospedali ed espropri. In pratica, soltanto un euro ogni dieci usciti dalle casse regionali l’anno scorso è servito a finanziare un’infrastruttura […] sopravvivono anche alcune voci più opache: oltre agli 800 milioni per organi istituzionali, ci sono anche i 117 milioni spesi dai governatori per «studi, consulenze, indagini e gettoni di presenza».
Meno sbilanciato il rapporto per Comuni e Province: entrambi destinano alla spesa produttiva il 21% degli investimenti. Semmai il dubbio per le Province è quello della loro stessa funzione: senza la gestione degli appalti stradali, che da sola assorbe il 42% degli investimenti dell’ente, effettivamente la ragion d’essere delle 110 Province, costate 8 miliardi nel 2012, verrebbe svuotata di senso”.
Invece è una sorpresa che le spese per sagre e cancelleria non sia il monstrum che finora si era denunciato:
“L’analisi delle uscite ridimensiona il mito dei soldi pubblici buttati per finanziare sagre e congressi o per acquistare risme di carta e materiale di cancelleria. In realtà, a convegni ed eventi le Regioni destinano 62 milioni l’anno, ovvero lo 0,04% della spesa corrente, le Province lo 0,5% e i Comuni lo 0,4 per cento. Uscite non indifferenti, certo. Ma tutto sommato analoghe a quelle legali: 50 milioni, pari allo 0,03% nelle Regioni, 205, pari allo 0,39%, nei Comuni”.
Per guardare i dati del Siope elaborati dall’infografica del Sole 24 Ore clicca sull’immagine sotto per ingrandirla: