Il Dalai Lama parla al consiglio comunale di Milano: “Troppo materialismo”. Le foto

MILANO  – Il sindaco Giuliano Pisapia ha donato al Dalai Lama il sigillo di Milano, un’alta onorificenza che il primo cittadino può dare ad una personalità senza che ci sia la decisione del Consiglio comunale come, invece, accade per la cittadinanza.

“Ho dato a sua santità il Dalai Lama – ha spiegato Pisapia – il sigillo di Milano e un libro del Castello Sforzesco oltre alle fotografie che sono state fatte. Lui mi ha ringraziato e si è dichiarato molto soddisfatto e felice per questa mattinata con la possibilità che ha avuto di parlare alla città e al Paese dalla sala del Consiglio comunale”.

Alla domanda se il mancato riconoscimento della cittadinanza onoraria sia stata un’occasione mancata, Pisapia ha risposto: “E’ stato un atto di responsabilità, abbiamo fatto tutto ciò che si poteva fare per poter fare altri passi in avanti e cioè passare dal buio alla luce dell’arcobaleno. Il Dalai Lama mi ha più volte ringraziato per ciò che abbiamo fatto, mi ha detto che è stata la scelta giusta e che si è fatto tutto ciò che si poteva fare”.

Il sindaco ha poi sottolineato la cordialità dell’incontro privato: “Abbiamo parlato a lungo dell’India e dei luoghi che entrambi abbiamo visitato. Lui mi ha invitato per il prossimo futuro in una delle sue case del mondo per continuare a discutere dei problemi dell’umanità e del dialogo interreligioso. Mi è sembrato molto importante il messaggio che oggi ha lanciato dalla sala del Consiglio e cioé che si deve avere rispetto per tutte le religioni ma che si devono rispettare allo stesso modo anche i non credenti”.

In aula, Pisapia ha esordito dicendo: “Oggi io mi sento felice, noi siamo felici per la sua presenza in questa aula”.

“Milano – ha aggiunto il sindaco – è una città magnifica, mi creda. Una città ricca, a Milano vivono e lavorano insieme persone di 170 paesi diversi, generosa, aperta. Qui convivono ebrei, musulmani, cristiani, buddisti, induisti, donne e uomini che professano religioni diverse. La nostra costituzione lo dice apertamente: tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. E’ con lo stesso animo aperto – ha proseguito, con la voglia di trovare quello che unisce e non quello che divide; con la stessa convinzione che in ogni persona c’è del bene; con lo stesso rispetto per fedi diverse, con la stessa convinzione che l’egoismo è la peggiore delle malattie, che oggi questa città accoglie lei”.

”C’è una sua massima, che mi piace molto – ha concluso Pisapia -. Ci sono solo due giorni l’anno, lei ha detto, in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri e uno si chiama domani. Oggi è il giorno giusto. Oggi, grazie a lei, sarà una grande giornata. Grazie santità, a nome di tutta Milano, e benvenuto tra noi”.

(Foto Ansa)

Prima di prendere la parola nell’aula del Consiglio comunale, sua santità il Dalai Lama, ha ‘giocato’ con i microfoni per aiutare prima il sindaco Giuliano Pisapia e poi l’interprete a far sentire meglio la loro voce. Più volte quando ha iniziato a parlare il sindaco, sorridendo, ha avvicinato il microfono mentre all’interprete ha fatto segno con la mano che doveva stare con la bocca alla stessa altezza. Al termine del suo intervento il capo spirituale dei buddisti tibetani ha chiesto ai consiglieri comunali se avessero qualche domanda. Un minuto di silenzio e poi la presa d’atto che nessun consigliere aveva preparato un quesito per il Dalai Lama che, giungendo le mani e portandole al viso, ha salutato tutti.

Durante il suo intervento il Dalai Lama ha spiegato che ”nei tempi moderni c’è stata un’eccessiva fiducia nel materialismo e nelle cose materiali. Bisogna ritornare ai valori interiori”.

L’intervento ha richiamato tutti alla fratellanza, alla solidarietà e al perseguimento della pace. ”Fratelli e sorelle – ha esordito – sono concetti che restano tutta la vita non come le cariche di sindaco e di presidente del Consiglio comunale. E’ per questo che mi rivolgo sempre nei miei interventi dicendo fratello e sorella, perché questi sono concetti che durano tutta la vita”.

Il Dalai Lama ha quindi condiviso l’affermazione del sindaco che, parlando della crisi globale, ha spiegato che può essere un’opportunità positiva per rivedere i valori essenziali dell’ umanità: ”Ha ragione il sindaco – ha detto – dire che vediamo la luce dell’arcobaleno e non solo il buio per me questa è una parola di grande gioia”.

Il Dalai Lama ha quindi ricordato che bisogna avere speranza: ”Anche all’inizio e alla fine del XX secolo ci sono stati grandi cambiamenti che ci hanno dato speranza, poi all’inizio del XXI secolo si sono verificate cose spiacevoli che sono state il frutto di errori commessi nel secolo precedente”. Il Dalai Lama ha quindi insistito sul concetto di eguaglianza: ”Come ho detto al sindaco – ha spiegato – dobbiamo guardare alla parte fondamentale dell’umanità. Io voglio essere felice e anche un’altra persona lo vuole essere, io voglio una cosa così come la vuole un’altra persona. Voler essere felici è il livello fondamentale dell’umanità. Poi c’è il secondo livello che è quello della religione, della nazionalità, del colore della pelle e delle classi sociali. Dobbiamo imparare a rinunciare a qualche cosa di questo secondo livello. Tutti noi abbiamo delle potenzialità positive e negative, siamo tutti uomini uguali e anch’io non sono niente di speciale. Non dobbiamo far crescere la rabbia dentro di noi”.

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