Greenpeace, la Russia concede il visto: l’equipaggio della Artic 30 torna a casa

LONDRA – La notizia che a casa D’Alessandro attendevano da circa tre mesi è arrivata poco prima delle 10 di oggi 27 novembre con un tweet di Greenpeace Russia: Cristian, l’attivista napoletano dell’organizzazione ambientalista che per circa 90 giorni è stato trattenuto dalle autorità russe (per due mesi in carcere) ha ottenuto il visto di uscita e il passaporto ed è tornato in Italia. All’aeroporto, il giovane è stato abbracciato da papà Aristide e mamma Raffaella.

Appena atterrato a Napoli le prime parole sono di ringraziamento: ”Ci siamo, ce l’abbiamo fatta. Sarò per sempre grato a milioni di persone nel mondo che ci hanno sostenuto in questi mesi. E’ strano pensare che in qualche modo è stata una grande esperienza: di sicuro ha cambiato le nostre vite”. Ma poi Cristian si ricorda del suo impegno ambientalista e rilancia la sua battaglia: “Alla Gazprom, alla Shell e a tutte le compagnie che intendono perforare l’Artico in cerca di petrolio – ha aggiunto – possiamo dire che la campagna di Greenpeace non si ferma qui, e non si fermerà fino a quando questo ecosistema così fragile, e così importante per il clima terrestre, non sarà protetto”.

Cristian riceve – via agenzie – il saluto del sindaco De Magistris (”Sono felicissimo che Cristian possa trascorrere il Capodanno a Napoli”) e poi quello del palazzo dei Colli Aminei in cui abita, che gli riserva uno striscione di bentornato. Nel pomeriggio gli fa visita Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace, che all’uscita dice: “E’ molto provato, stanco e anche dimagrito”. A Giannì, come a papà Aristide, Cristian ha già espresso la volontà di tornare in campo col vessillo di Greenpeace: “Non credo che quanto successo lo fermerà – dice il padre – perché è un ideale che ha sempre seguito e anche questo fa parte del gioco”. Al figlio ha consigliato di “continuare a fare quello che ha fatto finora”. E ciò, nonostante l’inferno vissuto, che a papà Aristide Cristian ha descritto così: ”Il primo mese è stato piuttosto duro, il carcere era molto freddo non c’era riscaldamento adeguato, era buio quasi tutta la giornata e l’acqua era poco ecologica nel senso che faceva schifo”. “Quando ci siamo visti – ha aggiunto il padre – ci siamo abbracciati per aver chiuso una vicenda che aveva tutti i connotati di un incubo. Ora Cristian vuole riposare ed evadere. È piuttosto stanco, sono due giorni che non dorme”. U

Un riposo che, pare certo, non durerà a lungo: all’orizzonte ci sono nuove campagne ambientaliste alle quali Cristian non vuole far mancare il proprio contributo.

Oltre a Cristian, potranno tornare a casa per Capodanno tutti gli altri componenti della Artic 30. Cristian è stato tra i primi a lasciare la Federazione Russa insieme ai 5 britannici – Anthony Perrett, Alexandra Harris, Phil Ball, Iain Rogers e Kieron Bryan e al canadese Alexandre Paul.

Vladimir Putin ha concesso la grazia in occasione dei 20 anni dalla Costituzione russa. Gli attivisti di Greenpeace hanno visto cadere le accuse di teppismo e il Servizio federale di migrazione ha emesso i visti necessari per lasciare la Federazione russa

Le immagini degli attivisti di Greenpeace liberati (foto LaPresse)

 

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