iPhone nel dipinto di 400 anni fa: è la prova che i viaggi nel tempo esistono?

SPRINGFIELD – Cosa ci fa un iPhone in mano a un nativo americano del 1600? Il misterioso gadget appare in un murales dell’epoca New Deal intitolato “Mr Pynchon e la fondazione di Springfield“. Il dipinto, completato nel 1937 dal pittore italiano Umberto Romano, è basato su eventi realmente accaduti 400 anni fa.

In basso a destra è seduto un indiano che ha in mano un piccolo oggetto rettangolare e lo fissa rapito portandolo all’altezza degli occhi. Un gesto a noi oggi piuttosto familiare, quasi come se stesse per scattarsi un selfie o stesse scorrendo la bacheca Facebook.

Se non fosse che quell’indiano è in realtà vissuto intorno al 1630. Cioè ben 200 anni prima dell’avvento dell’elettricità e 4 secoli prima degli smartphone. La scena rappresenta un incontro precedente alla Guerra Rivoluzionaria tra due importanti tribù del New England, i Pcumtuc e i Nipmuc e i coloni inglesi. Lo scontro avvenne nel villaggio di Agawam, oggi Massachussets. E anche chi lo ha dipinto non poteva prevedere l’esistenza di un simile prodigio della tecnica, essendo appunto vissuto agli inizi del ‘900.

Ma allora che cos’è quello strano rettangolo che il nativo americano tiene in una mano? Per gli amanti delle teorie del complotto questa sarebbe la prova che i viaggi nel tempo esistono. Per tutti gli altri, non è dato saperlo.

Ad aggiungere ulteriore mistero è poi l’uomo accanto all’indiano: il colone al centro del dipinto, vestito di rosa. Quello è William Pychon, autore di The Meritorious Price of Our Redemption, il primo libro della storia ad essere stato censurato e bruciato in America.

 

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