ROMA – Sì all’espulsione della senatrice Adele Gambaro, “rea” di aver criticato la linea dura del leader del Movimento, Beppe Grillo. Ora la parola passa alla Rete: l’assemblea congiunta dei deputati e senatori M5S ha votato ”a larga maggioranza” di deferire agli utenti di internet il giudizio sulla cittadina-senatrice. 79 i voti espressi a favore, in 42 hanno detto no, mentre sono 9 gli astenuti.
Resta da vedere cosa accadrà nel Movimento che fa capo a Beppe Grillo: passerà la regola della maggioranza che vince, o gli oppositori all’espulsione usciranno dal M5S? Si tratta di un passaggio delicato, da cui possono derivare contraccolpi anche importanti, come uno sciame sismico sulla politica italiana.
E’ stato un verdetto travagliato, giunto dopo sei ore di riunioni e assemblee e a porte chiuse. Mentre è filato tutto liscio nella riunione congiunta al Senato del pomeriggio, trasmessa regolarmente in diretta, niente streaming per la seconda assemblea, quella più importante, a Montecitorio.
Inutili sono stati i tentativi delle colombe nel corso della riunione preliminare per provare a salvare la dissidente. L’ex capogruppo al Senato, Vito Crimi ne ha chiesto la cacciata, ma anche se la parola finale spetta alla Rete, i Falchi sono già partiti all’attacco. L’attuale capogruppo Nicola Morra: “Chi fomenta minacce in Rete è fuori dal Movimento”. Si aggiunge Di Stefano: “Via gli elementi nocivi e tossici”
”Ora la parola passa alla Rete, quella stessa Rete che ci ha legittimato a stare qui e che si è stufata di vedere il nostro lavoro offuscato da egocentrici deputati che se non se la sentono di stare qui possono pure andarsene”. E’ il commento della la deputata M5S Laura Castelli che osserva: ”La Gambaro ha fatto una brutta figura e molti dei colleghi che erano venuti per sentire le sue spiegazioni senza una posizione predefinita si sono convinti. Il voto di queste persone ha inciso parecchio”. Ma la rete, fino ad ora, non ha assolto nessuno degli ‘imputati’ di Grillo.
Lei, Adele Gambaro, dal canto suo non fa passi indietro e affronta il giudizio dei colleghi parlamentari M5S e della rete. ”Ho espresso un mio disagio ma il mio lavoro qui sono contenta di farlo. Il mio disagio è verso l’esterno” ha detto leggento una lettera ai suoi colleghi riunitisi per processarla. ”A Beppe siamo tutti riconoscenti, però i toni devono cambiare”. Andavano bene in campagna elettorale. ”Dopo pero’, ora che siamo nelle Istituzioni, qualcosa deve cambiare”.
L’hanno accusata di aver sparato alzo zero contro il leader del Movimento. Di aver osato contrapporre una ‘sua’ lettura a quella di Grillo, quasi un peccato di ‘Hybris’ nei confronti del leader. ”Non mi sono mai sognata di mettermi al suo stesso livello. Io Beppe lo stimo molto e penso che sia una persona eccezionale” si difende. Tutto lì, però, nessun’altra ammissione di colpa, se non quella di non averne forse parlato prima anche in assemblea.
E mentre la Gambaro dice di ”attendere il giudizio dell’assemblea” sperando che il vespaio da lei sollevato possa servire ”ad arrivare ad una linea più democratica” nel MoVimento bisogna vedere cosa accadrà ai dissidenti: la scissione o la formazione di un nuovo gruppo è sempre lì minacciosa e il primo degli epurati M5S, Marino Mastrangeli confessa: ”Io ero uno dei 60, 70 parlamentari M5s favorevole al dialogo con la parte sana del PD”.
(Foto Ansa)
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