Pussy Riot: “Vogliamo ancora cacciare Putin”. Foto conferenza stampa

MOSCA, 27 DIC – “Vogliamo ancora cacciare Putin”, “Nel nostro arresto c’è un ruolo della Chiesa Ortodossa”, “Ci hanno scarcerato solo per le Olimpiadi”: appena tornate a Mosca, le due Pussy Riot Nadia Tolokonnikova e Maria Alekhina dimostrano di non essersi ammorbidite per niente dopo quasi due anni di carcere in Siberia.

“Vogliamo continuare a fare ciò per cui siamo finite in prigione. Vogliamo come prima cacciare” il presidente russo Vladimir Putin. Al suo posto “mi piacerebbe molto invitare Mikhail Khodorkovski“. Lo ha detto Nadia Tolokonnikova alla conferenza stampa a Mosca, insieme all’altro membro delle Pussy Riot Maria Alekhina.

La liberazione delle Pussy Riot è stata concessa per migliorare l’immagine della Russia prima delle Olimpiadi di Sochi, che sono “il progetto preferito” del presidente Vladimir Putin. Lo ha detto una delle due componenti della band rilasciate nei giorni scorsi, Nadia Tolokonnikova, in una conferenza stampa a Mosca.

La Chiesa ortodossa russa ha giocato un ruolo nella carcerazione delle Pussy Riot nel 2012. Lo ha dichiarato una delle ragazze della band, Maria Alyokhina, in una conferenza stampa a Mosca dopo la loro liberazione nei giorni scorsi grazie all’amnistia promulgata dal presidente Vladimir Putin. Le Pussy Riot furono condannate per aver cantato una “preghiera anti-Putin” nella cattedrale di Cristo Salvatore nella capitale russa.

Sono tornate questa mattina a Mosca, le due Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova e Maria Aliokhina, scarcerate lunedì con 3 mesi di anticipo sul previsto in seguito all’amnistia approvata il 18 dicembre dalla Duma. Le due ragazze sono arrivate con un volo da Krasnoiarsk, in Siberia orientale, dove Nadia ha espiato la sua pena e dove Maria l’ha raggiunta dopo l’uscita dal carcere di Nizhni Novgorod e dopo un breve passaggio a Mosca.

Le immagini della conferenza stampa (LaPresse)

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