ROMA – “Rino Gaetano è stato ucciso dalla massoneria.” Questa la tesi del libro “Rino Gaetano. Assassinio di un cantautore” di Bruno Mautone, avvocato ed ex sindaco di Agropoli.
Rino Gaetano è morto il 2 giugno del 1981, in seguito ad un incidente stradale. “Quella notte – spiega Mautone – Rino Gaetano aveva un appuntamento con la morte. Il cantautore è stato ucciso.” Ucciso da una loggia massoneria deviata secondo l’autore del libro.
“Il volume – prosegue Mautone – prende spunto dai testi delle canzoni di Gaetano. Quei testi fanno costante riferimento ai misteri più importanti del dopoguerra d’Italia, dal caso Sindona allo scandalo Lockeed alla morte di Enrico Mattei. Rino Gaetano era a conoscenza dei retroscena di quei misteri, e qualcuno ha deciso di tappargli la bocca.”
Ma le prove? Come si può affermare che Rino Gaetano sia stato vittima di una loggia massonica deviata?
“Ben cinque ospedali romani interpretarono non sufficientemente la gravità delle ferite riportate da Gaetano – spiega ancora Mautone – nonostante un gravissimo trauma cranico, il cantautore è stato praticamente lasciato morire. Tutto questo proprio il 2 giugno, festa della Repubblica. Un caso? Provate a leggere attentamente i testi delle canzoni di Rino Gaetano, e capirete che la sua morte, alla fine, non è stata una tragica fatalità.”
Mautone ricorda anche una frase pronunciata da Rino Gaetano in un concerto del 1979 prima di eseguire “Nuntereggae più”:
“C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta”
La spiaggia di Capocotta, la spiaggia in cui si era consumato nel 1953 il delitto di Wilma Montesi.
“Presenterò un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, con allegato il libro. Voglio che la magistratura faccia chiarezza sulla morte di Rino”.
A spingere l’autore del libro ad interessarsi della morte del cantautore sarebbero state soprattutto le incongruenze emerse subito dopo l’incidente, avvenuto intorno alle tre di notte a Roma, sulla via Nomentana.
“Ben cinque ospedali romani interpretarono non sufficientemente la gravità delle ferite riportate da Gaetano. – spiega ancora Mautone – nonostante un gravissimo trauma cranico, il cantautore è stato praticamente lasciato morire. La cosa incredibile è che lo stesso cantautore 11 anni prima aveva raccontato la morte di un uomo dopo essere stato rifiutato da tre ospedali e anche dal cimitero. Nel brano La ballata di Renzo” spiega Mautone.
Infine Mautone elenca tutti i brani di Rino Gaetano “in cui è possibile leggere messaggi e previsioni fino ad arrivare a citare anche i templari”:
“C’è poi un altro brano che fa pensare, “Al compleanno della zia Rosina” in cui si legge ‘ Vedo già la mia salma portata a spalla da gente che bestemmia che ce l’ha con me’. “In quella canzone – spiega l’avvocato-scrittore – c’è una emblematica citazione storica di Cleme, che sta per Clemente, Rino Gaetano si voleva riferire ai tre papi (Clemente V, Clemente XII e Clemente XVI) che in momenti storici diversi emanarono provvedimenti religiosi nei confronti di movimenti legati alla massoneria. Uno di questi papi emanò il primo editto contro la massoneria, un altro aveva sciolto la Compagnia di Gesù ed il terzo sciolse i Templari. Lui in sostanza sta dicendo: me ne frego se verrò portato a spalla da gente che bestemmierà, evocando queste figure che avevano scomunicato per prime alcune diramazioni massoniche”.
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