“Voteresti per me se avessi l’Aids?”: la campagna della Lila con facce politici

ROMA – La campagna elettorale in corso, come già accaduto nelle campagne precedenti non si occupa di temi importanti come il finanziamento al Fondo Globale di lotta all’Aids, Tubercolosi e Malaria. E’ questa l’opinione della Lila, la Lega italiana per la lotta contro l’Aids, che ha deciso di promuovere una campagna contemporanea alla elezioni italiane.

La mancanza di interesse, secondo la Lila riguarda anche i diritti delle persone omosessuali. La campagna, accompagnata da alcune foto che ritraggono i leader, è basata su otto domande dirette ai leader di coalizione che riguardano prevenzione e diritti di cura dei sieropositivi.

In un’immagine simile a quella dei manifesti elettorali, ai sei maggiori politici che si presentano alle prossime elezioni viene associata la scritta “Voteresti per me se fossi sieropositivo?” con il sottotitolo: “Fermiamo l’Hiv, non le persone con l’Hiv”.

La campagna pone domande sulla distribuzione dei preservativi, la discriminazione sul lavoro, l’omofobia, il consumo di sostanze stupefacenti, e su tutte le raccomandazioni dell’Onu e della Commissione europea, che l’Italia ha sottoscritto ma non ha attuato. Tra le otto domande inviate a Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Oscar Giannino, Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Mario Monti alcuni quesiti chiedono conto del costo e della distribuzione dei preservativi; sul femidon, il preservativo femminile difficilmente reperibile in Italia e molto costoso; sui bandi di arruolamento del ministero della Difesa che non consentono la partecipazione a persone Hiv positive.

L’Italia, dal 2009 ha sospeso i contributi finanziari al “Getting to zero”, fa notare la Lila. Si tratta del piano di azione delle Nazioni Unite che prevede entro il 2015 di raggiungere lo zero nella lotta all’ids  (zero nuove infezioni, zero morti Aids correlate, zero discriminazioni). Tutti questi temi, nella campagna elettorale in corso non trovano nessuno spazio.

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