“È stato uno sbaglio, da parte di Eugenio Scalfari, rivolgersi a papa Francesco. È la persona meno adatta a rispondere. Bergoglio è un parroco di campagna, lo abbiamo capito ormai. Non è come Ratzinger, un Papa teologo che ha istituito quel Cortile dei gentili affidato al Cardinal Gianfranco Ravasi per un dialogo tra credenti e non credenti”.
“Papa Francesco è perfetto dal punto di vista mediatico ma in questo caso è chiamato ad affrontare questioni di natura teorica”.
Nella lettera pubblicata da Repubblica “la fede è quella in Gesù Cristo. Quindi, sono tutti non credenti quelli che credono in altre cose, dagli indù ai taoisti. La trovo un’affermazione piuttosto banale”.
“Nelle pre-domande Bergoglio dice anche che ‘chi non crede deve obbedire alla propria coscienza’. È imbarazzante sentire questo perché è come se la coscienza dicesse quello che dice il Papa mentre la coscienza è un prodotto sociale, culturale. In alcuni posti si sopprimono i bambini appena nati seguendo la coscienza del proprio popolo”.
“Papa Francesco dice che la verità non è assoluta e che Dio è la realtà con la ‘R’ maiuscola come dice Gesù”.
[…] “A Bergoglio “dobbiamo lasciargli fare il suo lavoro, che è spettacolo, senza fargli domande che possono avere risposte imbarazzanti”.
“Scalfari avrebbe dovuto fare le stesse domande quando era Papa Benedetto XVI. Le risposte sarebbe state articolate, non così deludenti. Molte persone si lasciano suggestionare dai modi di Papa Francesco – sottolinea Odifreddi – però quando parla mostra come i suoi pensieri siano molto indietro rispetto, per esempio, a quelli di Ratzinger”.
”Quando Bergoglio fu eletto il cardinale di New York disse ‘non vi aspettate un cambiamento del prodotto ma della pubblicità”.
[…] “Papa Francesco scrive a un giornale ma la musica è sempre Canto Gregoriano”.
Piergiorgio Odifreddi, matematico e ateo, intervistato dall’agenzia Ansa l’11 settembre 2013.