“In questi anni il nostro partito, il Pd, non è stato un posto di amicizia”
è l’amara constatazione di Matteo Renzi davanti a un uditorio di compagni-amici di Pisa. È una constatazione abbastanza ovvia: che cosa si aspettava, dei mazzi di fiori, uno che ha aggredito il Partito demoratico a colpi di proclami di rottamazione?
In ogni caso, ha promesso Matteo Renzi
“se vinciamo noi, deve essere un posto dove tutti si mettono a fare la lotta alle correnti, e dunque la prima corrente da rottamare è quella dei renziani, per lavorare remando tutti dalla stessa parte. […] Il partito che faremo deve chiamare con un nome le persone: ora invece viviamo un tempo in cui le persone non si chiamano per nome, ma le chiamiamo utenti, consumatori.
[…] Non siete considerati uomini e donne ma gente. Il Pd deve chiamare per nome le persone che ne fanno parte, come singoli pezzi di una comunità non come se fosse composto da una società anonima”