Il Natale è una emozione antica, tanto per chi lo vive religiosamente quanto per chi non crede. Lo si può interpretare come il trionfo del consumismo, tradendone lo spirito; oppure nel senso che conserva per una grande moltitudine di esseri umani, anche appartenenti ad altre confessioni rispetto a quella cristiana. Nessuno, comunque è indifferente ad un evento che, sia pure in maniera diversa, stabilisce una stasi, un momento di quiete, perfino nella sofferenza e ci si aggrappa all’evento nell’illusione o nella certezza (a seconda dei punti di vista) che qualcosa nel giorno della Natività è diverso. Forse soltanto l’atmosfera, comunque il tempo dell’attesa lo si avverte a qualsiasi latitudine come se fosse sospeso.
Tanti, si liberano delle naturali difese di cui si circondano per tutto l’anno, e rivelano a se stessi o a chi gli è più prossimo i propri sentimenti. Qualcuno si mette addirittura a nudo, scoprendo fragilità ed incertezze soprattutto quando avanza l’età, mentre i bambini vivono il Natale come l’occasione nella quale i desideri si realizzano o quasi.
I colori, le luci, la preghiera o i bagordi – magari tutto questo insieme – nella fede o meno, davanti ad un presepe, ad un albero addobbato, ad un fiore d’inverno rosso come Babbo Natale, accendono la fantasia, alimentano la speranza, gettano un po’ di poesia perfino laddove neppure la prosa è di casa e rendono il clima invernale più caldo, a prescindere dalle temperature o dai capricci del clima. L’invisibile stella che passa al cadere del Solstizio che coincide con la nascita nell’umile dimora di Betlemme di un bambino mandato da Dio a salvare gli uomini ed i riti sacri e profani che ricordano tutto questo, segnano il Natale mentre simboli e fantasie, tradizioni e memorie s’intrecciano in una sorta sorta di danza che se non sempre è gioiosa è comunque un’apertura all’avvenire specialmente quando sembra che il cielo diventi più fosco.
Da tempo immemorabile troviamo tutto questo, e molto di più, negli scrittori che almeno una pagina hanno dedicato al Natale. E sono spesso pagine di grande letteratura che accompagnano, magari nei giorni in cui si sta volentieri un po’ di più in compagnia di se stessi, le festività di fine anno. Così, periodicamente, vengono a trovarci racconti conosciuti, dimenticati, ritrovati o addirittura nuovi per chi non ha mai avuto la fortuna di leggerli prima. Come quelli raccolti in “Racconti sotto l’albero” che Lindau, opportunamente, ha manda in libreria per offrire al lettore qualcosa che lo leghi, attraverso la letteratura appunto, al Natale.
Sono racconti nei quali quell’emozione e quell’atmosfera di cui si diceva emergono prepotentemente al di là di come si affronta l’evento.
In nove pezzi d’autore, preziosi stilisticamente ed accattivanti per le storie che narrano, c’è davvero tutta la magia del Natale. I “classici” ed i “moderni” in qualche modo si danno la mano nell’esercizio che può apparire paradossale della ricoperta della continuità di una tradizione che si rinnova nei piccoli gesti, nelle speranze coltivate, nelle delusioni patite e nel riscatto cercato. Recano firme importanti, conosciute, evocative per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con i libri. Eccoli: Emilio De Marchi e Luigi Capuana, Manuel Gutiérrez Nàjera e Alfred McLelland Burrage, Grazia Deledda e Charles Dickens, Giovanni Arpino e Silvana De Mari, per concludere con Henry van Dyke che stupisce con la narrazione, poetica e suggestiva, del quarto Magio , il saggio sconosciuto che, come i tre Magi più famosi, si mise in cammino alla ricerca del Bambino, arrivando più lontano di loro: un vagabondaggio mistico che non lascia indifferenti.
La letteratura dei sentimenti profondi, quelli che albergano in ognuno di noi, è condensata in questa silloge che non è semplicemente un passatempo, ma un mezzo per raccordare il Natale alla quotidianità, nella gioia e nella sofferenza. E gli spunti degli autori non sono irreali fantasie, ma le vicende degli esseri umani che nel tempo natalizio, sotto l’albero o davanti al presepe, si ritrovano per consumare quel pezzo di vita che – comunque la si pensi – ha un altro sapore, un diverso profumo rispetto a quelli di ogni giorno.
AA.VV., Racconti sotto l’albero, Lindau, pp. 156, € 14,50