ROMA – L’hacker di Anonymous che ha attaccato il blog di Beppe Grillo, racconta la sua verità a distanza di una settimana di polemiche all’interno della comunità di hacktivisti. “Credo sia venuto il momento di fare chiarezza su quanto accaduto – spiega il responsabile dell’attacco – dopo una settimana di dichiarazioni sconcertanti da parte dei referenti di Anonumous Italy”.
L’attacco, secondo il protagonista della vicenda, non sarebbe nato come un’operazione di Anonymous “bensì come un test per una botnet privata”. Tradotto: si è trattato di un esperimento per “verificare quanto poco ampia sia la banda di uno dei siti più frequentati al mondo”, spiega l’hacker. Nessun intento politico dunque e nemmeno un’operazione su vasta scala come quelle contro il Vaticano, Equitalia o Trenitalia. Ma qualcosa non quadra perché l’attacco è stato rivendicato con un comunicato ufficiale in cui Grillo viene accusato di varie cose, tra cui quella di aver fatto il saluto romano e di inquinare il mare della sua barca.
In realtà, spiega l’hacktivista,”alcuni membri del gruppo Anonymous italy, dopo avere appreso la notizia che il sito di Grillo era caduto hanno concordato tra loro un comunicato attribuendosi la paternità dell’accaduto e puntando sul sito in questione un’ altra botnet”. Argomentazione plausibile, dal momento che anonymous è un movimento anarchico, le cui decisioni prendono forma nelle chat e nei canali delle varie crew, dove chiunque può accedere dimostrando la sua buona fede.
Ma l’attacco non è piaciuto a uno degli old anon, i membri più anziani, perché non rispetta l’etica del movimento: tra le poche regole degli anonimi infatti ci sarebbe quella di non colpire i siti di informazione perché anonymous combatte la censura. L’old anon di sua iniziativa sarebbe intervenuto per cancellare il comunicato ufficiale e bacchettare i partecipanti ad un canale privato del server. Ma per molti degli utenti il blog di Grillo “non è un sito di informazione ma il megafono di un politico diventato come gli altri”.
L’hacker racconta di un movimento al cui interno si è ormai creata una spaccatura: “Tra lo stupore generale uno degli utenti, definito anche uno degli operatori più attivi del gruppo, decide di lasciare Anonymous Italy schifato da come il singolo parere di un membro anziano possa far cambiare idea ad altri anon. Per quanto mi riguarda spero che i membri anziani riescano a riportare ordine nel movimento evitando iniziative personali e diffondendo notizie non vere”.
“Dopo ore di dibattiti – prosegue il racconto – è stato deciso di rinnegare l’operazione e di addossare la colpa a una sotto crew (un sottogruppo) di cani sciolti. Ma le cose non sono andate così”. Il fatto è che comunque siano andate le cose, l’attacco a Grillo sembrerebbe aver creato un blackout all’interno del movimento. Le conseguenze sono ancora tutte da vedere.