ROMA – Diffamazione, Camera vota. No carcere giornalisti ma con le multe bavaglio resta. Il disegno di legge sulla diffamazione giunge oggi (22 giugno) in Aula, alla Camera. Ed entro domani, martedì, si dovrebbe arrivare al voto. Il testo, approvato dalla commissione Giustizia il 18 giugno scorso, ha avuto un iter piuttosto travagliato: presentato alla Camera il 13 maggio 2013 è alla sua seconda lettura a Montecitorio e, nel caso venisse approvato, dovrebbe tornare di nuovo al Senato.
Walter Verini, capogruppo Pd in commissione e relatore del provvedimento, illustra lo stato dell’arte di una legge che continua a presentare luci e ombre a partire dalle multe ai giornalisti che possono arrivare fino a 50mila euro in caso di condanna. O l’assegnazione dei processi per diffamazione contro i siti internet al tribunale della città del querelante, per i piccoli un’altra forma di intimidazione.
Dopo la seconda lettura da parte del Senato, il nostro lavoro ha confermato punti qualificanti e introdotto miglioramenti. Intanto si conferma la cancellazione della pena del carcere per i giornalisti per questo tipo di reato. Inoltre, con la causa di non punibilità nel caso di pubblicazione integrale della rettifica richiesta, si tutela il diritto dei cittadini a non essere diffamati e la libertà dei giornali. Ci sono poi gli inasprimenti di sanzione in caso di querele temerarie, che spesso rappresentano vere e proprie intimidazioni a danno dei giornalisti.
Si è pensato anche ai casi, purtroppo frequenti, di fallimento delle proprietà dei giornali, casi nei quali direttori e giornalisti vengono lasciati soli a risarcire, in caso di condanna, il danneggiato per diffamazione. In questi casi ci si potrà rivalere sulla proprietà fallita. Resta fuori il tema della diffamazione nei blog, da affrontare in sede di confronto sulle questioni della rete, anche dopo la fine del lavoro della Commissione preposta insediata dalla Presidente Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà. (Walter Verini, Ansa).
A proposito delle multe, della pubblicazione della rettifica senza titolo e senza aggiunte editoriali di sorta che evita la punibilità, vanno registrate la combattiva contrarietà dell’Ordine dei giornalisti, della Fnsi, di Articolo 21. Franco Abruzzo, presidente emerito dell’Ordine ed editorialista per Blitzquotidiano, inquadra le tante zone d’ombra che meriterebbero di essere meglio illuminate.
La condanna al carcere è stata abolita, ma viene sostituita con multe esagerate. Le sanzioni pecuniarie spropositate previste (da 5mila e fino a 50mila euro) sono un limite alla libertà di stampa: questo è un danno per tutti i cittadini, che riceveranno meno notizie sui Palazzi del potere. La Corte di Strasburgo ha censurato simili norme intimidatrici. La medicina è una sola: scrivere tutto quello che si vuole nel rispetto della verità e della dignità delle persone. Solo così si evitano i fulmini della Giustizia. (Franco Abruzzo, Articolo 21).