MILANO – Le false notizie sui social network non vivranno a lungo: ad “ucciderle”sarà un algoritmo messo a punto dai ricercatori del Politecnico di Losanna, che in un articolo su Physical Review Letters spiegano come la matematica possa essere usata come un’arma potentissima anche nel mondo reale per arginare un’epidemia o per fronteggiare un attacco terroristico.
”Grazie al nostro metodo è possibile rintracciare la fonte di tutto ciò che circola in un network solo ‘ascoltando’ un numero limitato di membri di questa rete”, spiega Pedro Pinto, ricercatore del Laboratorio di comunicazione audiovisiva del Politecnico di Losanna.
Un esempio su tutti: Facebook. Poniamo il caso che una ‘malalingua’ diffonda una notizia falsa sul nostro conto e che questa arrivi a 500 persone nella rete dei nostri amici. Come risalire alla fonte? ”Basta guardare i messaggi ricevuti da 15 amici della rete e, tenendo conto del fattore tempo, il nostro algoritmo può ricostruire il percorso dell’informazione fino alla fonte” aggiunge Pinto.
Allo stesso modo questo metodo può essere usato per identificare l’origine dei messaggi di spam o dei virus informatici usando pochissime ‘cimici’ nella rete.
L’efficacia dell’algoritmo è stata testata anche nel mondo reale, riuscendo a risalire per esempio all’origine di un’epidemia di colera in Sud Africa, ma non solo. Questo metodo matematico è risultato utile anche nella lotta al terrorismo, riuscendo a identificare una delle ‘menti’ dell’attacco dell’11 settembre analizzando alcune telefonate scambiate nella rete dei terroristi e pubblicate poi sui giornali.
L’algoritmo però non si presenta solo come uno strumento da detective, ma anche come un valido aiuto per le aziende che intendono farsi pubblicità in internet e vogliono individuare i blogger più influenti per condizionare i loro potenziali clienti.