Mario Calabresi è il prossimo direttore della Stampa. Lo scrive il sito Dagospia, dando corpo a una voce che girava da tempo nel mondo dei giornali. La notizia ha trovato ulteriori conferme nelle ultime ore.
John Elkann vuole un direttore di nuova generazione, Calabresi ha tutte le qualità per farlo: capacità di comando, occhio per la notizia, un passaggio da New York come corrispondente, fortemente voluto da Ezio Mauro (che lo considera, statura a parte, il suo successore ideale) di Repubblica (dove ha fatto parte della carriera, diventandone capo redattore centrale) e anche, qualità fondamentale per dirigere un giornale, stomaco di ferro e nervi d’acciaio, per avere messo in pagina, senza tradire le emozioni che provava, gli articoli di Adriano Sofri, condannato, a torto o a ragione, per l’omicidio del padre, il commissario di ps Luigi Calabresi.
Calabresi si potrebbe definire un moderato di sinistra (una volta, quand’era una parolaccia, si diceva socialdemocratico: e in quella categoria si sarebbe potuto inquadrare uno dei più grandi giornalisti italiani di tutti i tempi, Giulio De Benedetti, che per vent’anni fu direttore della Stampa, nel periodo più felice del giornale torinese).
Mario Calabresi sembrava nato (anche se professionalmente ha esordito all’Ansa) per andare al Corriere della sera. Ma una leggenda circolata anni fa nel mondo dei giornali aveva voluto la mancata assunzione frutto di un intervento dietro le quinte di un esponente sindacale che aveva detto: «Al Corriere, il figlio del commissario Calabresi mai». Forse il “nyet” gli ha portato fortuna. Se Mario Calabresi farà bene a Torino, avrà davanti a sé un bivio: una strada per la direzione di Repubblica, l’altra per quella del Corriere.