GIFFONI VALLE PIANA (SALERNO) – Jovanotti ce l’ha, Beethoven no. Il ritmo. Parola di Giovanni Allevi. “A Beethoven manca il ritmo. Quello lo possiede Jovanotti”.
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Questa è la frase esatta che Allevi ha pronunciato davanti ai ragazzi del Giffoni Film Festival (guarda il video). Così il pianista ha argomentato perché Lorenzo Cherubini da Cortona sarebbe più “efficace” di Ludwig van Beethoven:
“Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, ho imparato il ritmo. Con lui ho capito cos’è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo”.
Non è la prima volta che il pianista di Ascoli Piceno entra in collisione con il mondo della musica classica. Allevi poi ha svelato ai ragazzi del Giffoni la sua amarezza per essere continuamente attaccato:
“Non posso entrare in molti Conservatori italiani, mi dispiace ricevere a volte le contestazioni degli studenti che li frequentano, mi dispiace sapere che non potrò varcare le loro porte, ma so che la cosa importante è raggiungere il cuore della gente. Lì la mia musica può entrare. Mi ha fatto male sapere che persone autorevoli mi consideravano un impostore”.
“La musica è una strega capricciosa, una donna bellissima che mi regala una manciata di note e poi fugge via. Bisogna essere dei dannati per scrivere una musica come quella che compongo io. Per me la musica è una questione di vita e di morte, è qualcosa che mi sconvolge e mi fa dannare”.
Ecco un video degli esordi di Allevi, in cui il pianista, giovanissimo, accompagna alle tastiere un concerto di Saturnino, famoso bassista di Jovanotti. Correva l’anno 2001:
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