Antonello Venditti: una vita tra musica e dischi (volanti)

Tutti nella vita affrontiamo un personale percorso di crescita interiore ed emotiva, e subbiamo le influenze del mondo esterno e di chi ci circonda. Questo Antonello Venditti lo sa bene, e tra le influenze sul suo percorso di crescita emotiva e interiore, raccontate nell’autobiografia “L’importante è che tu sia infelice”, incuriosiscono particolarmente alcune “straniere” influenze, o meglio aliene.

Il cantautore italiano ha infatti raccontato dei suoi “incontri ravvicinati” e di come gli avvistamenti di Ufo, cominciati quando era solo un bambino, abbiano condizionato per sempre la sua vita. Il primo avvistamento avvenne ai giardini di Villa Paganini a Roma, dove era assieme alla madre quando vide “un disco grande, avrà avuto un diametro di dieci metri. Nella parte inferiore c’erano tre appendici a forma di ventosa, mentre in alto, dove era visibile una cupoletta che assomigliava a un grande bitorzolo, si notava un oblò – e aggiunge – Saranno state le 11, non eravamo ancora nel cuore del parco; io e mia madre in quel momento eravamo soli. L’oggetto si manifestò: dondolante, eppure stazionario nella posizione. Rimase lì a lungo e dopo un po’ liberò dei filamenti bianchi: parevano manna. Come andò via? Sparì all’improvviso. La mamma rimase impassibile e pure dopo non disse una parola. Anch’io stetti zitto, la sensazione era che tutto fosse anomalo e, al contempo, … normale”.

Normale quanto possa esserlo l’avvistamento di un oggetto anomalo, o meglio di un oggetto non identificato (Ufo), il Venditti bambino non attribuisce a un sogno quel ricordo, ricordo così vivido e certamente reale: “Chiesi varie volte alla mamma, persona razionale e positiva, se quanto avevamo visto fosse vero: mi ha sempre detto di sì”. Ma quello fu solo l’inizio, gli avvistamenti continuarono negli anni: “Non è stato quello l’unico caso strano della mia vita…Una volta tornavo con papà da una partita di calcio. Sarà stato il 1960, suppergiù. Erano le 17, sopra una vallata. Apparve una sfera di fuoco, un secondo sole, un sole gemello troppo distante dall’originale perché si potesse parlare di un fenomeno naturale”.

Altro episodio degno di nota risale al 1982, quando ormai Venditti era un cantante affermato nel panorama musicale italiano, e racconta: “Erano le 3 del mattino, ero dalle parti di Lucca. Tornavo in auto verso l’hotel assieme al mio tecnico del suono. Eravamo in un bosco e cercavamo una villa bellissima che sapevamo essere vicina all’albergo. Ma non c’era verso di trovare la strada: fummo colti da una sensazione di disorientamento. Eravamo lì, a girare senza costrutto: non se ne veniva a capo. La strada, mentre la percorrevi, si “formava” di nuovo: prigionieri di un labirinto e del tempo”.

Non ha paura Venditti di apparire un visionario o un allucinato, nel raccontare questi avvistamenti, e forte delle sue esperienze e delle sue convinzioni afferma: “Si vuole esplorare il cosmo, e in fondo è logico e legittimo, ma forse si trascura di conoscere meglio la Terra. Credo che sia percorsa da portali spazio-temporali, e certe caverne profonde lo sono: entri e vai in un’altra dimensione. Magari è una prerogativa destinata a persone che hanno una propensione alla telepatia. Mi considero tra queste: sono come gli animali, che avvertono presenze estranee. Una volta, di nuovo in un bosco, ho avuto la percezione della schifosa vicinanza del diavolo”.

Dall’autobiografia appare un Venditti “telepatico” e quindi predisposto all’apertura verso il paranormale e all’esistenza degli alieni, tanto che lui stesso afferma: “Sono più che possibilista: sono maggiormente portato a pensare che esistano, rispetto all’idea che nell’universo si viva da soli. Paura, se incontrassi un extraterrestre? Per nulla. Peggio della morte, che cosa ci può essere?”, e poi considerati i tempi in cui viviamo, le catastrofi naturali, le previsioni Maya dell’apocalisse e i pronostici di estinzione del genere umano avanzati dal biologo Fenner, e confermati da Hawking, che negli ultimi giorni ha affermato la necessità di colonizzare altri pianeti per salvare il genere umano, la dichiarazione di Venditti “Chiunque ci aiutasse a superare le follie di oggi, sarebbe benvenuto”, appare più che giustificata. Che lui possa mettere una buona parola?

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