NAPOLI – Vinicio Capossela mercoledì 16 novembre ha firmato a Napoli un volantino contro la manifestazione di CasaPound, l’associazione di estrema destra. Sul cantante sono piovute molte critiche da parte dei militanti post-fascisti. Dieci giorni dopo intervistato da un militante a Bari Capossela smentì di aver firmato il volantino e disse che coloro che gliel’avevano sottoposto sono “degli stronzi”. Ora chiarisce il fatto con un post su Facebook in cui sostanzialmente fa retromarcia e dice: quel volantino a Napoli non l’avevo nemmeno letto, me l’hanno fatto firmare con la forza. A Bari, poi, colui che mi faceva le domande non si è nemmeno presentato e non ho capito cosa mi stava chiedendo.
Ripercorriamo la storia: Ad un seminario della Federico II Vinicio ha siglato, con corona di applausi scroscianti, il documento contro il corteo di CasaPound, associazione nazionale di estrema destra, a Napoli. Radiodimassa, network della rete antirazzista ha registrato l’audio pubblicandolo su Indymedia: si sente il cantante leggere ad alta voce il volantino e poi dire: “Lo firmo, va bene”.
Sabato 26, giorno della manifestazione, poi declassata dal questore a semplice presidio, appare online sul canale You Tube casapounditalia un filmato in cui lo stesso Capossela, forse a margine di un incontro universitario a Bari, viene avvicinato da un ragazzo, a occhio un simpatizzante dell’associazione di estrema destra.
Questo il dialogo: “Vinicio perché ti sei posto criticamente sul corteo di CasaPound a Napoli?…Perché hai detto che non si dovrebbe fare?”. Colto un po’ a sorpresa, il cantante di origini irpine risponde: “Davvero? e chi lo dice?”. “I giovani di sinistra di Napoli”. “Ma son stronzi”. Stacco di montaggio, la scena si sposta in un corridoio. Il ragazzo segue passo passo Capossela. Lo scambio tra i due prosegue. Ragazzo: “Se avessi [un pc con] Facebook te lo farei vedere adesso. Il tuo nome dice: si pone contrariamente al libero manifestare di una moltitudine di giovani che vogliono scendere in piazza”. Capossela: “Io non ho mai fatto nessuna dichiarazione…Sono i soliti nazisti, perché loro sono i nazisti, perché non è giusta una cosa del genere… ma che stronzi”.
Ora Capossela cerca di spiegare la sua posizione su Facebook. Gentili amici e non amici, metto a verbale quanto segue, per iscritto, perché non amo essere videoripreso, soprattutto a mia insaputa. Come Barney, vorrei dare la mia versione dei fatti che hanno dato origine alla polemica nata nell’ambito dei due incontri presso le Università di Napoli e Bari con docenti e studenti su temi che riguardavano la letteratura. All’Università di Napoli, sono stato sollecitato a firmare un appello contro lo svolgimento di una manifestazione descrittami genericamente come nazifascista prevista per il 26-11, in una città medaglia d’oro per la Resistenza. L’ho firmato perché credo che l’apologia del fascismo sia un reato, e perché ho sempre combattuto le idee e le pratiche portate avanti da questo genere di formazioni. Ho firmato non senza contestare le modalità con le quali mi veniva proposto, che ho trovato aggressive e fuori luogo rispetto al contesto. A Bari sono stato avvicinato e filmato a tradimento da un ragazzo che non si è qualificato, se non infilandomi in tasca un volantino che non ho letto. Nella confusione ho frainteso il senso delle domande che mi venivano poste. Non conoscevo CasaPound e quindi non l’ho collegata all’appello già firmato, ne’ alla persona che mi stava parlando. Nel frastuono e nella distrazione ho creduto che gli stessi soggetti che mi avevano chiesto di firmare il suddetto appello, trovandomi non sufficientemente coinvolto, avessero poi detto in rete, che ero in realtà a favore della citata manifestazione. Avrei potuto comprendere meglio se chi mi ha avvicinato si fosse dichiarato, magari davanti a tutti e nell’ambito dell’incontro in corso. Sarebbe stato interessante dibattere insieme in aula il controverso e annoso tema del diritto di manifestazione per quanti si collochino su posizioni di estrema destra. Ma la persona che rappresentava chi da me “non accetta lezioni di democrazia”, ha preferito usare un telefonino nascosto, l’ambiguità e il riparo della confusione.
Morale: uno va in Università per cercare di parlare di quanto c’è di alto nell’uomo, e viene subito trascinato nel fango. Tutto quello di importante che si è provato a dire insieme, viene messo a tacere dalla polemica innescata da qualcuno che ti usa a suo piacimento. Vorrei ricordare che lo sfruttamento di un uomo su un altro uomo è una cosa che non riguarda soltanto le leggi del capitalismo, ma anche quelle che regolano i rapporti tra gli uomini, che dovrebbero fondarsi sul rispetto. Mi rendo conto che il video messo in circolazione possa suscitare perplessità e avere offeso la sensibilità di quanti sono impegnati nella difesa e nel raggiungimento di ideali che condivido, ma vi prego di comprendere le condizioni in cui è stato estorto e poi montato allo scopo. Se volete conoscere le mie idee non ho altra referenza che la mia vita e le opere del mio lavoro. Amo John Belushi e ho sempre detestato i nazisti dell’Illinois. Salute a tutti.
Vinicio Capossela