ROMA – Bossi e Berlusconi si danno… al cinema. Sembra la parafrasi di Brancaleone alle Crociate ma, come spesso accade, la realtà supera la fantasia. Il senatur ha fortemente voluto il suo film, Barbarossa, fresco di passaggio, inglorioso, su Rai Uno, e ora il Cavaliere non vuole essere da meno. Anche Berlusconi sta lavorando infatti al suo film. Per il primo è stato un flop su tutta la linea, Barbarossa ha incassato poco e niente al botteghino e gli ascolti fatti nel passaggio tv sono stati pessimi. Per il secondo si vedrà, anche se vista l’esperienza televisiva di Berlusconi è lecito immaginare che peggio non sarà.
In principio era stato Bossi ha volere fortemente un suo film, una pellicola che raccontasse la storia vera, “lì c’è la nostra Storia che in genere viene falsificata da Cinecittà che è in mano ai romani” disse il Senatur. Romani che evidentemente sono brutti e cattivi quando falsificano, ma bravi e belli quando pagano. Alla produzione del kolossal leghista hanno infatti partecipato sia la Rai, con circa 6 milioni di euro, sia il ministero con 1 milione e mezzo con la motivazione che “si preannuncia come un grande epic-movie, con spettacolari scene di battaglia. Un vero e proprio kolossal di appeal internazionale che nulla ha da invidiare, per mezzi e spettacolarità, alle mega-produzioni americane”.
Al botteghino ha incassato a malapena un milione di euro. In tv è stato visto da circa 3 milioni e mezzo di persone con uno share intorno al 13,5%, quando normalmente Rai Uno in quella fascia ha un ascolto del 19%. Visto meno al Nord che al Sud oltretutto, 8,6% in Lombardia e 8,4% in Veneto. “Un ascolto senza infamia e senza lode (…) Penso che non sia una fiction facile per un pubblico come quello di Rai Uno” ha commentato il regista Renzo Martinelli. Sarà.
Al Cavaliere l’idea dell’allora alleato non piacque fin dal principio, come facilmente si evince dalle parole che disse a quello che all’epoca era il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà: “’Sta cavolo di fiction per la quale Bossi mi sta facendo una testa tanto”, così la definì l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Presidente del consiglio che di cinema e tv ne capisce, e infatti il Barbarossa, checché ne dica il regista, e stato un flop, anzi un doppio flop, prima al botteghino e poi in tv.
Ma Berlusconi non è Bossi, soprattutto al cinema. E così l’idea del Senatur, infelice nella realizzazione, al Cavaliere non è dispiaciuta. Tanto che sta lavorando ad un suo film, una pellicola sul ventennio, pardon, diciottennio di politica berlusconiana, dalla discesa in campo del 1994 alle dimissioni dello scorso anno. Una pellicola che racconterà il vero Berlusconi, non quello raccontato da Nanni Moretti ne Il Caimano e nemmeno quello di Silvio Forever, sceneggiato da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Un vero epic movie che narrerà all’orbe terracqueo di quel piccolo grande uomo che è Silvio Berlusconi.
Ci saranno certo grandi nomi, Graziana Capone, l’Angelina Jolie di Bari, è già stata vista aggirarsi intorno a palazzo Grazioli, per le musiche è pronto Apicella e pare che già quattro grandi registi siano stati scartati. Mistero su chi interpreterà il ruolo più importante e difficile. Bossi nel suo Barbarossa una particina, un cammeo se l’è ritagliato, una specie di firma d’autore. Berlusconi farà altrettanto? Grande e la curiosità e stavolta dovrebbe essere ben riposta la speranza è che a pagare non contribuiscano anche in questo caso i soldi pubblici, Berlusconi quando vuole ci mette i soldi suoi. Un titolo? Via col Vanto, classico, sobrio e realistico. Come si addice ad una docu-fiction.