PECHINO– Vecchia, anzi antica di quasi duemilacinquecento anni la Grande Muraglia Cinese, simbolo dell’impero Celeste come della Cina moderna e di quella di Mao e una delle opere ingegneristiche più affascinanti costruite dall’uomo, rischia di scomparire. Il tono è volutamente allarmistico, ma se la Grande Muraglia non rischia di ‘estinguersi’ come il panda che ha ispirato il WWF, come i rinoceronti o gli elefanti africani anche lei è falcidiata dalla caccia dell’uomo e dei turisti, che in questo caso non cercano pelli ma materiale da costruzione e/o souvenir, ed in più è anche schiacciata dalle asperità atmosferiche che contribuiscono al suo decadimento.
Lunga oltre 20mila chilometri (anche se ad onor del vero l’opera è talmente gigantesca, e mal gestita, che controversa è persino la stima della sua lunghezza totale), come racconta Cecilia Attanasio Ghezzi su La Stampa:
“i primi indiziati per la scomparsa di un terzo della Grande Muraglia sono le difficili condizioni meteo, ma secondo l’amministrazione la colpa è delle ruberie di mattoni usati dalle popolazioni come materiale da costruzione oppure rivenduti come souvenir. (…) Secondo la stessa amministrazione statale per il patrimonio culturale cinese (Sach), solo il dieci per cento è ben conservato”.
E così l’imponente serpente di mattoni, sassi, terra e torri di avvistamento che secondo il mito era e sarebbe l’unica opera dell’uomo visibile dallo spazio, oggi deve difendersi da una parte dal turismo di massa che le ruba dei pezzetti che saranno i ricordi dei viaggiatori stessi. Ma deve vedersi dall’altra anche dalla a dir poco discutibile gestione che l’equivalente dei beni culturali dagli occhi a mandorla ne fa. Dagli anni ’50 in poi, diversi tratti di muro originale sono stati ricostruiti a beneficio proprio del turismo. Su alcuni dei muri si possono ancora leggere a lettere cubitali frasi come “lunga vita al presidente Mao” mentre nei luoghi più vicini alla capitale, e per questo preferiti dai turisti, sono stati aggiunti scivoli e seggiovie che in nessun modo tentano di preservare la struttura originaria.
Non bastasse questo i mattoni della Grande Muraglia vengono e sono stati saccheggiati da possidenti e contadini oltre che da visitatori in cerca di un ricordo, e le erosioni dovute agli agenti atmosferici e al dissesto causato dalla vegetazione spontanea hanno fatto il resto, come riporta il Beijing Daily allarmato per la sparizione di ben duemila chilometri di questa opera di ingegno unica al mondo.
Nella gestione, anzi nella mal gestione del patrimonio artistico e dei monumenti noi italiani ci candidiamo ad essere tra i maggiori esperti del mondo, ma stupisce vedere che anche l’efficientissima Cina sembra impotente di fronte a situazioni simili, tanto da non sembrare in grado di preservare quello che è il suo simbolo tanto quanto il Drago.
Per questo l’amministrazione statale cinese ha annunciato ispezioni periodiche e controlli a campione lungo le circa 13mila miglia di parete, per assicurarsi che le amministrazioni locali applichino le misure di prevenzione introdotte un decennio fa e rimaste in larga parte lettera morta. Eppure ogni anno la situazione della Grande Muraglia, patrimonio Unesco dal 1987, peggiora.