In parrocchia ti aiutano col Cud, col pin e… con l’8 per mille

In parrocchia ti aiutano col Cud e col pin, e ti aiutano anche con l'8 per milleROMA – Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. E se l’8 per mille non va alla Chiesa, allora la Chiesa andrà all’8 per mille. Sarà certamente un caso ma, dopo il secco -10% registrato nelle entrate vaticane dall’8 per mille lo scorso anno, quest’anno le parrocchie hanno deciso di aiutare i contribuenti in difficoltà.

Non donandogli quello che gli servirebbe per regolare i conti col fisco, ma più semplicemente aiutandoli a recuperare i Cud che l’Inps ormai invia solo in formato digitale. Un servizio parallelo a quello che forniscono i Caf e a cui si rivolgono soprattutto gli anziani. Con l’unica differenza che, in cambio, le parrocchie “sensibilizzano” i contribuenti sulla destinazione dell’8 per mille.

L’annuncio arriva direttamente al termine della messa domenicale, come una sorta di spot nella fascia di massimo ascolto, religiosamente parlando. Dal pulpito i parrochi segnalano ai fedeli che è pronto per loro un servizio ad hoc. Un servizio volto ad aiutare i contribuenti/fedeli che in questo periodo sono costretti a fare letteralmente i conti col fisco italiano.

Maggio, mese di dichiarazione dei redditi, è infatti preceduto dalla corsa alla compilazione di queste. E per compilarle c’è bisogno di un documento preciso: il Cud. Da qualche anno a questa parte l’Inps, cioè l’ente che eroga la stragrande maggioranza delle pensioni, come tutte le istituzioni pubbliche ha l’obbligo di comunicare con i cittadini solo in formato digitale. In altre parole l’Inps, ormai, invia i Cud e tutte le altre informazioni fiscali solo via internet. E per ottenerle bisogna essere in possesso di un pin, una chiave alfanumerica che identifica con certezza il possessore.

Se abbandonare la carta è un’ottima scelta che ha portato risparmi per circa 50 milioni di euro, questo rappresenta comunque un ostacolo per una fetta di popolazione, in particolare gli anziani, che con la rete non sono particolarmente avvezzi ad aver a che fare. E se a questo si aggiunge che il percorso per ottenere il fantomatico pin è così cervellotico da aver appena costretto l’Inps a modificarlo, si capisce perché il servizio offerto dalle parrocchie abbia incontrato l’interesse di molte persone.

A leggere le dichiarazioni del coordinatore nazionale dei Caf, Valeriano Canepari, viene però il sospetto che il servizio non sia del tutto disinteressato. “L’aiuto che viene dato ai contribuenti – ha detto – negli uffici parrocchiali va dall’attivazione del pin al conseguente scarico del Cud personale, fino alla guida per la destinazione dell’8 per mille del gettito Irpef”.

Otto per mille che nel 2013 ha portate alla casse della Chiesa ben più di un miliardo di euro, nonostante la contrazione del 10%.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie