Per il governo e per la “cambiale latte” Lega vota Romano ministro utile

ROMA –Mercoledì si vota in Parlamento la sfiducia a Francesco Saverio Romano, ministro dell’Agricoltura. Su di lui la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Umberto Bossi ha detto che la Lega voterà contro la sfiducia e a favore di Romano “per salvare il governo”. E Roberto Maroni ha fatto sapere che è del tutto “ovvio e naturale” che la Lega respinga la sfiducia a un ministro del governo di cui la Lega fa parte. Dunque stavolta la Lega è davvero unita e concorde nel salvare Romano. Per il governo certo, ma forse anche per riconoscenza e gratitudine nei confronti di Romano. C’era infatti una volta un leghista, Dario Fruscio, alla guida dell’Agea, l’Agenzia per l’erogazione dei fondi europei all’Agricoltura. C’era e non c’è più, il ministro Romano l’ha tolto di mezzo. E, quando Romano ha tolto di mezzo un leghista, la Lega non ha protestato, anzi. Le due storie, quella di Romano salvato dalla Lega in Parlamento, e quella di Romano che sostituisce il leghista Fruscio, si intrecciano e diventano la storia unica di Romano ministro che ha in mano una “cambiale” politica firmata Lega.

Francesco Saverio Romano:  meridionale, democristiano, “migrante” da un gruppo politico all’altro, indagato per presunte vicinanze alla mafia. Identikit perfetto per non piacere alla “pancia” e anche alla testa della Lega. Eppure… Francesco Saverio Romano diventa ministro delle politiche agricole lo scorso marzo, con un pubblico dubbio sull’opportunità della nomina da parte niente meno che del capo dello Stato. Romano aveva, nei primi mesi del suo mandato, mantenuto un basso profilo, con una scarsa esposizione mediatica. Probabilmente anche a causa delle riserve espresse dal Presidente della Repubblica al momento della sua nomina a ministro. Mercoledì 28 settembre si vota la mozione di sfiducia individuale su di lui presentata dalle opposizioni. In vista di questo delicato passaggio, per lui e per il governo,  Romano ha dato il via ad una campagna pubblicitaria per cercare di tirarsi fuori dai guai. Fin qui comprensibile strategia di autodifesa. Condotta da Romano con evidente sicurezza sul risultato finale, timbrata dall’avvertimento di Romano: “Se cado io, cadono tutti”.

Il partito di Bossi ha inteso l’antifona e, per salvare il governo, “ingoierà il rospo”. Verissimo, anche se personale e rivolta ad un singolo ministro, se la sfiducia passasse sarebbe un colpo durissimo per tutto l’esecutivo. La maggioranza su cui il governo può contare è sempre più esile, e dimostrazione ne è stata la votazione sull’arresto del braccio destro di Tremonti Marco Milanese in cui il governo ha raccolto solo 7 voti più dell’opposizione. Romano sfiduciato significherebbe 4 voti in meno in Parlamento, infatti il ministro è capogruppo di un minipartito, il Pid, Popolari di Italia Domani, e porta in dote tre voti e, oltretutto, la sfiducia evidenzierebbe ancor più le spaccature interne al governo e alla Lega che esistono ma che si cerca di nascondere.

Ma la volontà di salvare il governo è solo una parte dei motivi che spingeranno la Lega a votare a favore di Romano. C’ è un altro motivo, appunto la “cambiale”. L’ex democristiano palermitano sospettato di rapporti mafiosi, sta imponendo infatti al varesotto Umberto Bossi di onorarla quella cambiale. quella che il ministro aveva ottenuto appunto commissariando l’ Agea, l’ Agenzia per le erogazioni dei fondi europei in agricoltura, allo scopo di rimuoverne il presidente, Dario Fruscio. Questi, leghista della prima ora ma legalitario, era ormai inviso al senatur perché cercava di far pagare le multe agli allevatori del Nord che avevano prodotto e venduto latte oltre le loro quote, peraltro beneficiando dei prezzi che il regime europeo delle quote protegge. Insomma Fruscio non aveva accettato di proteggere chi prima aveva venduto sul mercato le sue quote intascando centinaia di migliaia di euro e poi aveva sforato le quote, quote che servono a tenere alto il prezzo del latte, e poi ancora non aveva pagato le multe.

Romano ministro questo leghista lo rimuove e guadagna credito verso Bossi. Romano ministro commissaria un’ agenzia che stava tagliando i costi (da 240 a147 milioni come scrive il Corriere della Sera) e dava una mano all’ Agenzia delle Entrate (la mappatura satellitare del territorio che individua tutti gli edifici, accatastati e non). Un commissariamento così arbitrario che la stessa direzione generale del ministero non ha potuto offrire la documentazione che l’ Avvocatura dello Stato sperava di ottenere per contrastare la causa intentata da Fruscio. La seconda ingiustizia è la fine della collaborazione tra Agea e Agenzia delle Entrate che dovrebbe riscuotere le multe, quasi 2 miliardi di euro, dai 657 allevatori che resistono alla legge e da quanti dei 1504 allevatori hanno fermato la procedura di regolarizzazione.

Il senatur ha espresso la posizione della Lega: “Ci tureremo il naso e voteremo no”. E il ministro dell’Interno, quello che fa la lotta alla mafia, Roberto Maroni, ha confermato:  “è una mozione presentata dall’ opposizione, come ne sono state presentate in passato e sono state sempre respinte. Non vedo, francamente, perché non si debba fare la stessa cosa…”. In nome del governo senz’altro. E anche a pagamento della cambiale politica. La Lega ha fatto i suoi conti e ha scelto: chi tocca gli allevatori che non pagano le multe si fa male, chi è indagato per concorso in associazione mafiosa può fare il ministro.

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