ROMA – Il troppo stroppia, si sa. E troppo spesso i regali natalizi di parlamentari vari e politici d’ogni assemblea avevano superato il valore simbolico del gesto finendo per essere un sperpero di soldi pubblici, oltre che un gesto sfociato nell’immoralità. Un “troppo” impersonato da personaggi del calibro di Batman Fiorito, e un “troppo” che ha fortemente contribuito alla clamorosa ascesa dei cittadini grillini nell’arena della politica. Loro, i cittadini, puri e incorruttibili, alla pratica dei regaloni si oppongono giustamente e strenuamente. Così ligi da non lasciarsi tentare nemmeno dal sordido tentativo dell’assessore Concetta Ciminiello che, con un’apparentemente innocua crostata, voleva corrompere gli incorruttibili eletti da Grillo. Sei, ad onor del vero, hanno ceduto alla tentazione della gola. Ma uno, Gianluca Perilli, ha saputo resistere.
Avviene più o meno in tutti gli uffici, negli ultimi giorni prima delle festività tra colleghi ci si scambia qualche dono, si organizza un brindisi, qualcuno porta un dolce e qualcun altro una bottiglia. Tutti noi credevamo che fosse questa una consuetudine innocente, senza secondi fini. Ben diversa da quelle che andavano in scena nei palazzi della politica dove, i nostri stipendiati si scambiavano, pagandoli con i nostri soldi, doni fatti da penne da migliaia di euro, cartelle “in pelle umana” e, al posto della torta e dello spumante, festeggiavano con caviale e champagne millesimato.
Come al solito però eravamo stati ingannati e, per nostra fortuna, un incorruttibile rivoluzionario ci svela ora la verità. Anche dietro i brindisi aziendali si nasconde una mano tentatrice, il bicchiere e la fetta di pandoro offerti dai colleghi o, peggio, dal datore di lavoro, altro non sono che un modo per indurci in tentazione e farci cadere nel peccato. Qualcuno, ad onor del vero, prima di Perilli aveva provato a rivelarlo al mondo: tal Savonarola.
Ma veniamo al nostro eroe: Gianluca Perilli, consigliere regionale del Lazio. Pochi giorni fa, alla Pisana, l’assessore Concetta Ciminiello si è presentata con una sorta di cavallo di Troia per conquistare gli ultimi puri: 80 crostate. Pagate a caro prezzo in qualche costosissima pasticceria della Capitale a spesa dei contribuenti? No, fatte in casa dall’assessora alle pari opportunità. Con la marmellata preparata dalla stessa la scorsa estate.
Potrebbe sembrare un pensiero carino, delicato. Ma dietro alla fraudolenta immagine della non più giovane donna alle prese con farina, forni e mattarelli, Perilli sapeva che si nascondeva in realtà una specie di strega alle prese con un pentolone ribollente e fumante.
Così, l’incorruttibile, quando la Ciminello s’è presentata in aula con le novelle mele stregate, s’è riunito con i suoi 6 colleghi grillini per decidere se potevano accettare quella fetta di crostata o meno. Nel frattempo consiglieri, uscieri e autisti ignari mangiavano il frutto del peccato. Dal conciliabolo il gruppo grillino è uscito spaccato, 6 consiglieri su 7 hanno ceduto e hanno accettato la fetta di crostata. Di loro, non si hanno notizie certe, alcuni dicono che dopo il primo morso siano caduti in un sonno profondo e siano ancora inanimi alla Pisana. Ma non lui, non Perilli. Lui, come ha dichiarato, “è fatto così”, e alla crostata non ha ceduto.
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