C’era da aspettarselo e, quando si tratta di Beppe Grillo, fra il dire il fare non c’è in mezzo nulla. Dunque, l’ultima trovata attiene alla successione al Quirinale, alla scelta dell’uomo che dovrà sostituire Giorgio Napolitano, in scadenza il 15 maggio.
Da destra e da sinistra è partito, e non da oggi, un pressing perchè il Presidente rimanga per un altro mandato, vista l’aria che tira fra i tre maggiori partiti, Pd, Pdl M5S. Ma il vecchio presidente non ne vuole sapere, sia per l’età (87 anni non sono proprio pochi), sia perchè nel settennato al Quirinale già dato.
Non sarà facile trovare un uomo all’altezza, in questo particolare monento di crisi economica a politica. È come cercare un autista mentre il treno in corsa sta deragliando e il macchinista è allo stremo. Compito difficile per chiunque, ma non per il comico genovese, socio con il suo guru Gianroberto Casaleggio dell’azienda M5S.
Lui la soluzione l’ha trovata. Il popolo dica sul Blog (il suo, naturalmente) chi gradisce al Quirinale. Elementare Watson.
Ora, è del tutto inutile cercare di spiegare quel che ognuno può capire da solo. Organizzare elezioni on-line è uno scherzo da ragazzi. Basta qualche centinaio o migliaio di voti per arrivare primo. E qualche centinaio o migliaio vuol dire altrettanti click di ignoti marinai. Allora, finché Beppe Grillo sceglie con i suoi metodi i “portavoce” del suo movimento-partito, finché sceglie i “cittadini” per fare la rivoluzione senza ghigliottina, è un conto.
Ma il Presidente della Repubblica è un’altra cosa. Non si può scegliere come il candidato sindaco di Roma, vincitore delle primarie con qualche centinaio di preferenze. Il comico genovese, fattosi capopopolo nella terza età, è convinto di aver scoperto la democrazia del Blog (il suo), tramutando in sostanza la forma.
La Rete è un mezzo utile e fantastico, ma è anche il luogo degli uomini senza volto. Può un popolo senza volto decidere chi sarà il capo dello Stato? La riffa di Natale, rapportata allo scopo di un modesto premio in spiccioli di euro, è molto più seria.
Non starò ad elencare le ragioni della serirtà della scelta che il Paese ha davanti, non amo la retorica e i suoi contorni. Lo dico perchè vedo sempre più vicino il momento della verità, nel progetto non dichiarato di Grillo. La Rete sta diventando uno schermo di comodo, grazie al tradizionale ondeggiare di questo popolo credulone.
La Rete è Beppe Grillo, punto. Basta vedere i suoi parlamentari (pardon, cittadini) che si muovono come pupi del teatro siciliano, mentre una voce fuoricampo allude all’idea che parlino, che dicano anche qualcosa.
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