In attesa del 51 per cento, Grillo scopre la politica

In attesa del 51 per cento, Grillo scopre la politica
L’incontro tra M5s e Pd (Foto Ansa)

ROMA – La ventata di insulti contro la ministra Maria Elena Boschi ha forse segnato il picco dei vaffa di origine grillina. Forse anche il Beppe pentastellato ha capito il detto del vecchio saggio, che usava dire ai suoi discepoli: si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile d’aceto.

Il cittadino Luigi Di Maio e il drappello che ha incontrato Matteo Renzi, non sembravano nemmeno lontanamente parenti dei dispensatori di diktat che abbiamo conosciuto da tre anni a questa parte. Al tavolo, rigorosamente trasmesso in streaming, non hanno partecipato né Grillo né il suo socio Gianroberto Casaleggio. Un segnale da non sottovalutare, dopo le divisioni interne al Movimento, ormai sempre più palesi.

I grillini per la prima volta, dunque, affrontano i temi delle riforme con spirito costruttivo. Non che in passato non abbiano presentato proposte interessanti, ma il loro modo respingente penalizzava anche i contenuti. L’idea di non fare sconti a nessuno, di trattare alla stessa stregua Pd e Pdl, il premier Renzi e Silvio Berlusconi, aveva come orizzonte il 51 per cento del Paese a portata di mano. Un’idea evidentemente irrealistica e impolitica che produceva il solo risultato di costringere Renzi ad appoggiarsi a Berlusconi. In pratica, per il Movimento, un modo per escludersi dalle riforme e logorarsi da qui al 2018 quando si tornerà alle urne.

La svolta era necessaria per restare in gioco. E i cittadini di Grillo hanno cominciato a convincersi che la politica è scienza del possibile, non utopia quotidiana. La svolta li premia, visto il buon clima della discussione con il premier, la volontà di trovare punti in comune, la disponibilità a quel compromesso che è l’essenza della politica. Sembra che siano rose e che quindi fioriranno.

Finalmente il M5S potrà far valere il suo peso elettorale, non resterà schiacciato fra Pd e Forza Italia, e non spaventerà il corpaccione del Paese che inneggia alle rivoluzioni ma poi chiede rassicurazioni. Il trionfo renziano alle europee e il flop grillino questo hanno detto.

Tutto chiarito? Tutto tranquillo? No, tutto da vedere. La partita vera comincia adesso. Come reagirà l’ex senatore Berlusconi? Che rischio corre il patto del Nazareno? Che cosa ha veramente in testa Grillo? Cambia lo scenario. Forse persino il Caterpillar Renzi rischia di avere troppi interlocutori, e tutti che chiedono cose diverse. I compromessi si moltiplicheranno come i pani e i pesci di Gesù Cristo? E’ possibile, ma servirà un altro miracolo.

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