Da qualche giorno, non c’è trasmissione televisiva che non ci mostri i “guerrieri” di Beppe Grillo in azione, vuoi perché la faccenda tira gli ascolti, vuoi perché il comico genovese è tornato ai suoi standard di un tempo.
Ricordate le battute su Bettino Craxi e i socialisti che rubavano? Erano esilaranti e diventavano senso comune, ma non cambiarono di un’unghia la politica. Ci vollero il pm Antonio Di Pietro, le tv di Silvio Berlusconi, i cappi degli adepti di Umberto Bossi e dei post-fascisti genere Ignazio La Russa per far saltare il banco. Le battute di Grillo facevano ridere, non inducevano alla rivoluzione. In fondo il Paese era un po’ incazzato e un po’ complice, e non aveva il problema di una crisi economica devastante.
A più di vent’anni di distanza, Grillo ha pensato che fosse maturo il tempo per trasformare la comicità in “rivoluzione”, avendo una potenzialità infinita di ascolto che si chiama Web. Il popolo, incattivito dalla crisi, gli è andato dietro, immaginando un altro Uomo della Provvidenza che avrebbe spazzato via la vecchia classe politica e messo al suo posto un Manipolo di rivoluzionari in giacca e cravatta. Ha pensato di scardinare la democrazia dal suo interno. Ma, avendo la democrazia regole da rispettare, il Manipolo si è trovato al malpartito nella parte di minoranza, e ha capito che un sistema parlamentare non si scardina con le velleità dei nuovismi e dei moralismi.
Caricato a molla dal duo Grillo-Casaleggio, il Manipolo ha cominciato la gara interna a chi la sparava più grossa per compiacere il capo e il popolo. I guerrieri si son fatti gladiatori e hanno cominciato a sfruculiare i leoni, che notoriamente sono pacifici ma non si lasciano sfruculiare a lungo. I leoni hanno la “ghigliottina” che è anche prevista dalla Costituzione. Presi dal panico, i gladiatori hanno cominciato a spintonare e a insultare, ricevendo qualche controspinta ovvia. poi sono passati alla declamazione parlamentare del turpiloquio, dando legittimità agli insulti più volgari, contro le donne, da loro ritenuti erroneamente i soggetti più deboli. Segue accusa di alto tradimento al presidente Giorgio Napolitano. La quale accusa non deve convincere neanche Grillo, che preferisce tornare imperterrito al suo Web per chiamare a raccolta ogni genere di maniaco contro Laura Boldrini, presidente della Camera.
Un crescendo mozartiano fino al sondaggio che non ha note adatte: che cosa fareste se in macchina con voi ci fosse la Boldrini? Beh, la risposta non può che essere una: stare attenti a guidare, per non accoppare qualche innocente, come è già successo al Grillo medesimo che, nel 1982, ne ha accoppati tre. Sentenza passata in giudicato da quel dì.
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