Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche sul sito di Uomini & Business.
Non ci sono buone notizie nel recentissimo rapporto della Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria. Per quanto riguarda l’aspetto forse più importante, il finanziamento delle imprese, si afferma che non ci saranno grosse novità: anche l’anno prossimo le banche continueranno a fare poco credito alle aziende e quest’ultime chiederanno pochi soldi alle banche.
Siamo quindi in una situazione di stallo. E non si capisce come potrebbe essere altrimenti. In mancanza di una crescita robusta è evidente che le aziende tendono a investire poco e a andare avanti con gli impianti che hanno. E quindi non c’è necessità di avere finanziamenti importanti.
Il rapporto della Banca d’italia ci riporta cioè all’origine ultima della questione. Senza crescita, la Bce può mettere tutta la liquidità che vuole a disposizione delle banche (come sta facendo adesso), ma agli sportelli si presenteranno ben pochi imprenditori.
La situazione, peraltro, è ben nota: nel 2015 l’Europa dovrebbe crescere di un modesto 1,2 per ceto mentre l’Italia è in bilico fra una decrescita dello 0,5 per cento e una crescita di analogo importo. Gira, insomma, intorno allo zero, intorno alla stagnazione. Ma, se l’economia ristagna, non esiste alcuna necessità di nuovi capannoni. Per nostra fortuna l’Italia è un po’ a macchia di leopardo: le aziende che esportano molto e che avevano una buona posizione finanziaria all’inizio della crisi, continuano lungo il loro trend e non presentano problemi rilevanti (anzi, a volte ci sono anche risultati straordinari, vedi Interpump). Quelle che invece potevano contare solo sul mercato interno, e che magari dal punto di vista finanziario avevano avevano qualche problema, sono nei guai. E la cattiva congiuntura non le aiuta.
Nello stesso rapporto si afferma che a tenere in piedi il sistema Italia, per ora, sono le famiglie. Secondo gli esperti di Bankitalia le famiglie hanno una situazione finanziaria e patrimoniale buona. E questo consentirà loro di reggere ancora qualche tempo in questa situazione di crisi.
Ma nessuno può fare miracoli. Nemmeno le famiglie italiane. Quelle “vulnerabili”, perché indebitate e non in grado di restituire i soldi avuti, sono nel 2014 il 3,2 per cento e dovrebbero salire al 3,4 per cento l’anno prossimo. Se invece la congiuntura dovesse peggiorare, molto probabilmente le famiglie “vulnerabili” salirebbero al 3,7 per cento del totale.
Bankitalia offre quindi il ritratto di un paese in bilico, che per ora resiste, ma che comincia a avere il fiato corto.