Dopo sette anni (troppi) è stato raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto di lavoro degli autoferrotranvieri. I quotidiani , radio e televisioni hanno riportato le cifre del tanto atteso, sospirato, invocato, battagliato aumento di retribuzione. Dopo sette anni di stop alla retribuzione base per i dipendenti del trasporto pubblico arrivano 100 euro in più di aumento tabellare (spalmati nel tempo, un terzo immediato). Altri 100 euro vanno ad integrare l’entità dei versamenti pensionistici e assicurativi. E quindi c’è una una tantum pari a circa 600 euro in busta per addetto.
Non sono un mare di soldi ma in tempi di inflazione zero e di contratti pubblici bloccati non sono neanche un’elemosina. Anzi i 600 più 100 più 100 costituiscono un buon rinnovo contrattuale a detta de si sindacati che l’hanno siglato e che quasi non speravano davvero che alla fine andasse così. E anche a conteggiare dal di fuori un aumento in busta paga netto di circa 70 euro mensili (a regime) più 50 al mese nel 2016 (l’una tantum) più un po’ di previdenza in più è somma che molte categorie di lavoratori del privato sottoscriverebbero soddisfatte.
Contratto firmato, accordo raggiunto, stop ai sette lunghi anni senza rinnovo del controllo. Sarà quindi stop, e da subito, anche agli scioperi di bus e metro del venerdì? Ci eravamo assuefatti, era diventata tradizione e abitudine: al venerdì quelli di bus e metro (almeno un venerdì al mese in media ma anche due) facevano sciopero. Certo, garantite le “fasce orarie”…ma al dunque spesso e volentieri bus e metro e chi ci lavorava dentro e sopra ti lasciavano a piedi il venerdì. Qualche malizioso era arrivato a pensare che lo sciopero fosse sempre il venerdì così che fosse sciopero ponte, non per il contratto ma per il week-end. Malizioso e ingenuo: lo sciopero si fa di venerdì così si sommano agli scioperanti effettivi i turni già ridotti del venerdì e si fa il maggior danno possibile.
Come che sia, ora stop scioperi bus e tram e metro il venerdì e anche gli altri giorni? Lo sapremo in un paio di mesetti, una decina di venerdì a venire. A Roma no, a Roma non pare: la metro singhiozza e geme, i bus pubblici in zona nord sono incerti, quel 600 più cento più cento ai duri del trasporto a Roma sembra fargli un baffo.