Conte nella bufera, ha sconfitto il coronavirus ma far bene in Italia è male, ora spunta Lorenzo Guerini

di Bruno Tucci
Pubblicato il 10 Giugno 2020 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA
Conte nella bufera, ha sconfitto il coronavirus ma far bene in Italia è male, ora spunta Lorenzo Guerini

Conte nella bufera, ha sconfitto il coronavirus ma far bene in Italia è male, ora spunta Lorenzo Guerini

La babele di Palazzo Chigi. Nemmeno le vecchie volpi dei Palazzi romani sanno che cosa potrà succedere da qui in avanti a Palazzo Chigi. La confusione è grande, ogni ipotesi è possibile. Alla crisi non pensa nessuno perché Mattarella è contrario senza se e senza ma. Però, almeno un po’ di chiarezza è necessaria altrimenti la gente comune finirà col non credere più alla politica. Dice sconsolato Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega: “Dopo questo esecutivo rimane solo la Provvidenza”.

Non c’è dubbio che al premier non sia piaciuto il piano di Colao. Il fatto è che non può esprimersi pubblicamente perché a quel punto avverrebbe l’irreparabile sul governo. Quindi mette la sordina e fa l’unica mossa che mette a tacere chi lo vuole impalare. Convoca gli Stati generali e a quel tavolo chiama tutti.

Dalle opposizioni ai sindacati, dalla Von der Leyen a Sassoli, dalle parti sociali ai premi Nobel senza dimenticare Colao naturalmente. Perché? Cosi non gli si potrà dire che agisce da solo, che non dialoga nemmeno con la maggioranza, Partito democratico in prima persona.

Nella babele delle successioni sulla poltrona del premier spunta pure il nome di Vincenzo Guerini, ministro della difesa che avrebbe come vice Luigi Di Maio, sempre pronto a ricoprire un ruolo di vertice. Perché proprio lui? Sarebbe il male minore e Nicola Zingaretti, segretario del Pd, non sarebbe contrario a dire di si, se non altro per non aprire una crisi al buio in un momento così drammatico per il Paese.

Comunque sia, in questo grande caos, le polemiche ci sguazzano, è un terreno fertile per chi vuole mettere zizzania. Così si dice che Conte non digerisce più Colao, mentre Salvini (naturalmente) lo difende. Che il premier ha un suo piano “numero tre” che non svela nemmeno ai suoi fedelissimi. Che Del Rio guarda all’Europa e sostiene “che i soldi promessici da Bruxelles non arriveranno se non presenteremo programmi seri”.

Un grande guaio per i bilanci in profondo rosso per l’Italia. Ma tutto questo non vale nulla se nessuno guida la rotta che si vorrebbe intraprendere. Ed ecco che si ritorna all’interrogativo di fondo. È tutta colpa di Giuseppe Conte se il Paese è sprofondato in questa crisi? “Assolutamente no”, replicano i fautori del Presidente del Consiglio.

E aggiungono: “Non dimentichiamoci che solo oggi siamo usciti da un baratro sanitario senza precedenti”.  Però quel che preoccupa di più oggi non è tanto il virus maledetto da cui dobbiamo ancora difenderci. Perché con l’inizio dell’autunno potrebbe riaffacciarsi. Quanto la situazione economica in cui versa il Paese. “Siamo la maglia nera dell’Europa” affermano i critici ad oltranza. “Il Conte bis ha portato soltanto debiti tanto è vero che a fine marzo il nostro Pil segnava uno spaventoso meno 5,4 per cento”.

Ora, comunque, non è più tempo di far chiacchiere. Bisogna trovare il modo di risolvere i gravi problemi del Paese. Non hanno senso le polemiche, le grida di questo o quell’esponente del Parlamento. Servono fatti concreti, non promesse. A fine febbraio e anche dopo sono stati presi degli impegni con il popolo italiano: se si mancano, la protesta si allargherà e sarà difficile capire dove potrà arrivare.