Faida tra rapper per catturare seguaci sul web, pestaggi e coltellate: è la guerra del link a Milano

Faida tra rapper per catturare seguaci sul web, pestaggi e coltellate: è la guerra del link a Milano, ma il fenomeno dilaga da Nord a Sud, trionfa la banalità del male

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 31 Luglio 2022 - 13:34 OLTRE 6 MESI FA
Faida tra rapper per catturare seguaci sul web, pestaggi e coltellate: è la guerra del link a Milano

Faida tra rapper per catturare seguaci sul web, pestaggi e coltellate: è la guerra del link a Milano

Faida tra rapper per catturare seguaci sul web, pestaggi e coltellate: è la guerra del link a Milano, ma il fenomeno dilaga da Nord a Sud, trionfa la banalità del male.

L’ultima invenzione di una società malata di dipendenza dal web: è la “guerra dei like”. Una guerra tra bande di rapper, di artisti rivali ed il loro entourage. Una guerra per guadagnare like e fan.  Una faida triste e inquietante perché coinvolge ragazzi senza meta e riferimenti sociali, che si intruppano in bande giovanili organizzate alla ricerca di una malintesa visibilità. 

E poi spettacolarizzano e pubblicano sui social le loro imprese, talvolta addirittura in diretta Instagram. Siamo ormai alla “banalità del male”, per dirla alla Arendt, la filosofa e politologa tedesca che per prima individuò il fenomeno. Ovvero la banalità di uomini superficiali e mediocri incapaci di pensare  al valore morale dei propri atti. Succede un po’ ovunque in Italia. Dobbiamo preoccuparci? Si, è molto.

A Civitanova Marche un ambulante nigeriano disabile è stato aggredito e ammazzato con la sua stampella, lasciato 5 ore su un marciapiede del centro città  mentre la folla, anziché arginare la furia dell’aggresore, stava aggrappata al telefonino e filmava per i social. Episodi del genere vengono segnalati da Nord a Sud. Domanda inevitabile: di questo passo dove andremo a finire?

LA FAIDA FRA RAPPER TERRORIZZA MILANO

Pestaggi, sparatorie, rapimenti, coltellate. È il menù di una faida tra gruppi di rapper che si affrontano contendendosi i fan sui social. Nella convinzione (da loro accertata) che più legnano e più  catturano “follower “, cioè gli utenti che cliccano sulla opzio follow per esprimere il loro consenso al destinatario. Ora più che parlare dei due artisti  che incendiano i loro manganellatori-fan alimentando le sanguinose scorribande – in ogni caso si tratta di Simba La Rue e  Baby Touche’. Entrambi sono Under 20. Entrambi hanno quasi 300 mila seguaci online. Nove follower di Simba sono stati arrestati.

SI ISPIRANO ALLE BANLIEUE FRANCESI

Stesse tecniche, stesse radici. Simba è nato a Padova ma ha origini marocchine. Agli scontri si distinguono ragazzi del Senegal, Costa d’Avorio, Macedonia. Il gip Salvini conferma: ”Molti rapper, anche milanesi, sono di origine nord africana, anche di seconda generazione. I giovani che aggrediscono nel giro di pochi giorni diventano quelli aggrediti in una spirale di ritorsioni-aggressioni che si autoalimenta e che non appare arrestabile e che con il passare del tempo produce crimini sempre più cruenti e pericolosi”.

Il problema è serio. Una grana in più per il governo. Un assist formidabile per la già rissosa campagna elettorale.