GENOVA – L’antipolitica o magari la politica vera, quella nuova? Tutto schierata in prima fila con i fucili puntati sui candidati sindaci di Genova, seduti sul palco del Grande Teatro genovese, nella unica grande sfida, prima del fatidico voto. E poi, questa antipolitica, premiata dai sondaggi dell’ultima ora, pubblicati dopo il supershow genovese. Ecco finalmente il grande dibattito nel laboratorio genovese, di cui i giornali non parlano e di cui, invece tutta la città sussurra e grida, quasi anticipando il risultato numerico dell’ ennesimo campionamento pre 6 maggio.
E’ l’unica volta che di fronte a un pubblico vero, in carne ed ossa, oltre duemila persone che gremiscono il Teatro della Corte, (nemmeno Vittorio Gasmann e Eduardo De Filippo e ancor più Gilberto Govi, miracolosamente resuscitati, lo avrebbero riempito in quel modo), i candidati si confrontano con un pubblico urlante, incazzato e tifoso per l’uno, per l’altro ma, soprattutto, per nessuno.
E’ l’unica volta che va in scena “live” l’ antipolitica, quella che poi misureranno gli ultimi sondaggi dell’IPSOS, commissionati da “Il Secolo XIX” e pubblicati a 48 ore dal molto teatrale incontro. A valanga viaggiano il candidato del centro sinistra Marco Doria, la cui lista civica sale oltre il 15 %, guadagnando il 7 % (insieme con le altre liste, compresa quella in crollo del Pd, il prescelto sarebbe al 50%, fuori, quindi, da un eventuale ballottaggio), i grillini con il candidato Paolo Putti, che sale al 10,3, guadagnando il 4% rispetto a un mese fa.
Sbragano tutti gli altri, cadono i partiti tradizionali, vola solo chi sbandiera un vessillo anti partito, anche se lo fa come il candidato politico Doria, dentro alla grande mamma del centro sinistra. E l’antipasto viene servito proprio in quel dibattito.
Organizza il giornale “Fatto Quotidiano” con i suoi vertici presenti sul palcoscenico: il direttore Antonio Padellaro, la “bandiera” Marco Travaglio e l’enfant du pays, cioè il genovese Ferruccio Sansa, figlio dell’ex pretore d’assalto e ex sindaco, appunto licenziato dalla politica nel 1997.
Sarà per questa targa editoriale che gli altri giornali non ne parlano, se non di rimbalzo e che l’unica cronaca è la ripresa della emittente locale Primocanale: è la festa del “Fatto” e di quella che si può chiamare antipolitica, ma che forse non lo è più, che si confronta con chi, invece, sta ancora aggrappato alla politica, se si candida per governare la città, con sfumature tanto diverse: l’ingessato Marco Doria, marchese candidato dal centro sinistra, più pronosticato di tutti, il prof-senator Enrico Musso, lista civica Oltremare più Terzo Polo, il più inseguitore di tutti, e poi il leghista azzoppato dal caso Belsito, Edoardo Rixi, il più spiazzato di tutti, il Cinquestelle più anti di tutti, Paolo Putti, il più comunista di tutti, Roberto Delogu, il più mister x di tutti, Armando Siri del Pip, Michele Viscardi del Mil, il più disinfestatore di tutti (così di definisce) e Susy De Martini, della Destra, la più inclassificabile di tutti, visti i tanti partiti che cambia.
Manca solo il candidato Pdl, Pierluigi Vinai, il meno coraggioso di tutti, che preferisce al match globale un impegno romano, dove gli consegneranno un master in pubblica amministrazione dedicato allo sviluppo di Genova. Il più furbo o il più fuggitivo di tutti?
Il confine tra il palcoscenico, con i candidati, i giornalisti del “Fatto”, don Andrea Gallo, benedicente ma anche silenzioso (parla solo per fare una domanda al suo candidato che è Marco Doria) e il pubblico fitto fitto, sta in quella prima fila che allinea i fucilieri della città. E’ questo il filtro tra l’opinione pubblica così folta e appassionata e anti politica e tifosa con bandiere e i magnifici otto candidati? Spareranno in dieci le loro domande provocazione-istigazione-insinuazione-invettiva-catilinaria- ai concorrenti che vogliono conquistare Genova in tempi così grami.