Roma versa in uno stato di notevole degrado. Alcuni fenomeni sono visibili a chiunque la traversi e ad ogni ora del giorno, con incrementi notturni. Tavolini selvaggi, venditori e suonatori ambulanti, schiamazzi sono soltanto eventi abituali ormai tollerati dai cittadini, quasi fosse impossibile liberarsene. Poche Associazioni di Quartiere conducono le loro battaglie, spesso senza esito. A questo, pare, si aggiungano illiceità occulte, come gli abusi edilizi non perseguiti od ingiustamente denunciati.
Da oltre un anno, si accavallano le notizie d’inchieste aperte nei confronti di appartenenti al Corpo della Polizia Municipale. L’anno passato, un imprenditore aveva denunziato con grande clamore di essere perseguitato e vittima di abusi: dal procedimento – le cui fasi sono state seguite da tutti i principali quotidiani – è recentemente sortita la richiesta di rinvio a giudizio per quattro Vigili ed un geometra.
Dal caso eclatante a vicende apparentemente marginali: in un articolo, Adelaide Pierucci ha redatto una triste rassegna dei procedimenti che vedono coinvolti Vigili Urbani per reati contro la Pubblica Amministrazione. Da questa destano immediata impressione due dati: l’estensione del fenomeno e la modesta entità delle supposte tangenti richieste. Secondo l’articolo, una delle inchieste riguarderebbe Vigili Urbani che – per non perseguire irregolarità – chiedevano ai commercianti in regalo la spesa o poche centinaia di Euro. In un’altra ipotesi, un esponente della Polizia Municipale si contentava di prelevare merce dai banchi degli ambulanti; infine, vi sarebbe un’indagine per il rilascio di falsi permessi ZTL, in cambio di somme oscillanti tra i 200 ed i 400 Euro. All’apparenza non si tratta di fatti isolati, essendo tre i fascicoli aperti in Procura, che coinvolgono anche più vittime.
Viene, quindi, naturale interrogarsi se questa sia l’effettiva ed occasionale realtà o la punta di un iceberg ben più profondo, sul quale si dovrebbe indagare capillarmente, per individuarne le dimensioni.
Preme considerare che, se l’illegalità o l’indifferenza nei controlli esistono, molti se ne avvantaggiano e la usano a proprio favore, per mantenere impunite situazioni irregolari dalle quali traggono ingenti profitti: è il caso, ad esempio, delle occupazioni non legittimate di suolo pubblico da parte di locali. Dunque, sono tutt’altro che interessati a presentare eventuali denunzie. Altri, credo, temono ritorsioni o di essere perseguiti per calunnia e, dunque, tacciono e non fanno emergere ipotetici reati. I cittadini sono inermi: non possono che – isolati o attraverso le Associazioni – rappresentare gli abusi dei ristoratori, degli ambulanti di cui sono continuamente spettatori.
Occorrono, dunque, misure drastiche per contrastare le irregolarità in cui molti commercianti versano e profittano, per verificare se esistano collusioni con la Polizia Municipale.
Un primo segnale di un cambiamento di tendenza è venuto dal Sindaco Marino, che più di dieci giorni fa ha ordinato un’operazione, cui hanno partecipato circa trecento Vigili Urbani, per accertare le irregolarità nel Centro di Roma. Una misura utile ed emblematica, alla quale, tuttavia, dovranno seguire necessariamente ordinari controlli quotidiani e conseguenti repressioni. Perché le irregolarità sembrano permanere anche dopo questa imponente attività.
Certamente, vi possono essere delle oneste spiegazioni: la scarsa dimensione del Corpo per accertare gli illeciti ormai dilaganti, l’abilità degli abusivi a mascherarsi e sfuggire ai controlli, le difficoltà che una metropoli frappone al suo ordinato governo. Sembra, tuttavia, ancora mancare quel capillare e costante controllo che dovrebbe appartenere ai compiti istituzionali del Corpo di Polizia Municipale e che solo dovrebbe prevenire e sanzionare gli illeciti cui quotidianamente si assiste.
Un’altra riflessione è determinata dalla modestia delle risorse a disposizione: il Corpo dei Vigili Urbani potrebbe risultare sottodimensionato per controllare la Città, gli stipendi modesti per i delicati compiti che sono affidati e per gli orari notturni di servizio che dovrebbero costringerli con ogni clima a percorrere le strade di Roma, non certo benvoluti dalla popolazione e dai controllati.
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