” La legge bavaglio non ci piace, sempre, comunque, dovunque, con qualsiasi Governo …”, così si sono espressi Franco Siddi e Roberto Natale, segretario e presidente della Federazione della Stampa..
” Cosa volete da me, lo hanno concordato i segretari Alfano, Bersani e Casini, io ne ho solo preso atto..”, ha risposto loro La ministro Severino, quasi fosse solo un notaio o un verbalizzatore delle riunioni di maggioranza.
Così nella settimana tra il 18 e il 24 la Camera dei deputati dovrebbe tornare a discutere e approvare un testo che, tutti assieme, abbiamo chiamato legge bavaglio quando al governo c’era Lui, il cavaliere, naturalmente quello di Arcore.
Dal momento che, a suo tempo, non ho votato il testo presentato da Mastella, ministro del governo Prodi, e ho contrastato quello di Alfano, non vedo motivo alcuno per cambiare idea di fronte ad un eventuale” Bavaglio tecnico”.
Nel testo permangono ostacoli gravi alle intercettazioni, limiti intollerabili per l’azione degli inquirenti, e, soprattutto, permangono le norme punitive contro i cronisti, gli editori, la rete.
Guai a dare anche la sola impressione che esista una doppiezza di giudizi e di comportamenti a seconda del colore del ministro proponente.
A noi di Articolo 21, ma anche a Blitz, i bavagli non piacciono mai e continueremo a contrastarli con la durezza e l’intransigenza di sempre.