“Ho già chiesto ai dirigenti della Rai di predisporre una campagna per convincere gli italiani sulla bellezza e la sicurezza delle centrali nucleari”: chi avrà mai pronunciate queste parole? Un direttore dei tg pubblici, un direttore di rete, un autore di programmi? Nulla di tutto questo. Le ha pronunciate direttamente il Presidente del Consiglio proprietario di Mediaset ed azionista di controllo della Rai.
In qualsiasi altro paese, non solo europeo, una simile affermazione sarebbe stata accolta con sgomento e civile indignazione, le autorità di vigilanza e di garanzia avrebbero provveduto a convocarlo in audizione per chiedergli conto e per invitarlo a rientrare nei ranghi e a non esercitare interferenze improprie, sempre e comunque, per di più attorno ad un tema delicatissimo sul quale le italiane e gli italiani si sono anche espressi anche attraverso un voto referendario. Invece no! Non è accaduto nulla, la sortita è stata derubricata alla ennesima belusconata, almeno sino a quando le prossime intercettazioni non riveleranno a chi e come Berlusconi ha ritenuto di imporre la sua volontà.
Eppure non possiamo fare finta di nulla. A chi ha telefonato Berlusconi? Quale dirigente della Rai ha ricevuto la telefonata? Cosa hanno risposto alla sua richiesta di avviare una campagna, non di informazione si badi, ma di spot tesi a creare una pubblica opinione favorevole al referendum? Per quale ragione la autorità di garanzia, dentro e fuori la Rai, hanno fatto finta di non sapere o di non sentire?
Possibile mai che l’inerzia e la rassegnazione dominanti possano indurci alla resa, alla sottovalutazione di un piano che si fonda proprio, e non solo con riferimento al nucleare, sul controllo integrale e coordinato delle principali reti tv nazionali?
A questo punto sarà ancora più necessario che la presidenza della Rai, le autorità di garanzia della comunicazione, persino i tribunali se sarà necessario, accendano i riflettori sulla vicenda e chiedano che sul nucleare sia promossa non una campagna di spot, ma una campagna straordinaria di informazione dove tutti i punti di vista, in primo luogo quelli plurimi della ricerca e della scienza, possano esprimersi liberamente senza essere vincolati e asserviti ad ogni sorta di interessi non solo politici, ma anche e soprattutto a quelli delle logge e delle lobbies del settore, particolarmente ricche e spregiudicate.
Vogliamo infine segnalare che mentre Berlusconi ordina alla Rai di organizzare una campagna di propaganda pro nucleare, tanta parte della Rai, e non solo della Rai, ha già deciso di cancellare dagli schermi la raccolta di firme contro la privatizzazione dell’acqua.
Sappiamo perfettamente che questi oscuramenti non sono nati oggi e non sono nati solo con Berlusconi, ma adesso siamo arrivati al punto che Don Rodrigo può impartire i suoi ordini in pubblico, i suoi bravi provvedono alla esecuzione e noi tutti rischiamo di assomigliare più a Don Abbondio che non al combattivo Fra Cristoforo.
I commenti sono chiusi.