ROMA ” Niente paura il futuro arriverà anche alla Rai,senza ordini dei partiti”. Questo il tweet del presidente Matteo Renzi subito dopo la sua partecipazione a Ballaró.
Premesso che il futuro è già entrato in tante strutture del servizio pubblico, perché mai non si dovrebbe raccogliere questa sfida e rilanciarla?
Proprio per questo, invece di un decreto che interviene in modo improprio sulla destinazione del canone e sulle sedi regionali, sarebbe stato opportuno mettere mano subito ad una legge che tagliasse il conflitto di interessi, introducesse nuove norme antitrust, incentivasse l’innovazione e mettesse fine al controllo della nomina delle Autorità di controllo e del consiglio di amministrazione della Rai da parte di governi e partiti.
Per altro le medesime indicazioni sono arrivate all’Italia dalle principali agenzie europee.
Il venir meno della certezza delle entrate è una delle forme possibili per colpire l’autonomia industriale ed editoriale di una impresa.
Per altro se il governo vuole davvero affrontare questo tema,rompere con il passato ed aprire al futuro potrebbe ripresentare il testo dell’ex ministro Paolo Gentiloni che fu affossato per la opposizione congiunta del partito del conflitto di interessi e dei loro alleati dentro la Rai.
Questa dovrebbe essere la sfida, anche se non sarà facile realizzarla avendo dentro la maggioranza alcuni di coloro che hanno sempre contrastato ed avversato qualsiasi riforma in materia e senza dimenticare che, sulle riforme costituzionali e sulla legge elettorale, sarà determinante il”Portatore insano” del conflitto di interesse.
Forse, anche per questo, il governo Renzi ha preferito fare la faccia feroce all’anziano cavallo di viale Mazzini, piuttosto che sfidare i tanti “Squali” che infestano i mari delle frequenze e della pubblicità…
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