ROMA – Giuseppe Turani ha scritto questo articolo dal titolo “Il debito greco è un falso problema” anche per il sito Uomini & Business:
Si fa un gran discutere del debito greco (e di altri eventualmente). Sul debito di Atene è addirittura in corso una dispula fra il Fondo monetario e l’Europa. Disputa nella quale si sono subito lanciati vari esperti, politici e mestatori seriali. Si può affermare, con buona pace di tutto coloro che si stanno scaldando su questo tema, che si tratta di niente: il problema non esiste. E’ solo una disputa politica fra chi vuole un “bel gesto” verso la Grecia (umiliando un po’ la Germania) e chi invece vuole lasciare le cose come stanno. Ma vediamo perché la questione non esiste.
- 1- Il debito greco (e non importa qui quanto sia alto) è in grandissima parte nei confronti di istituzioni pubbliche europee (più Fondo monetario).
- 2- Si tratta di un debito che non verrà mai ripagato (esattamente come quello italiano). Accade che alle varie scadenze viene regolarmente rinnovato. Da un punto di vista formale si rimborsano le vecchie cedole e se ne emettono di nuove, per pari importo (o più). I fondi necessari, naturalmente, sono forniti da quelle stesse istituzioni pubbliche già creditrici della Grecia. Chi ha prestato mille alla Grecia, alla scadenza incassa mille, e poi ripresta alla Grecia mille. Un giro di conto. Niente di più.
- 3- Tutto quindi si riduce al pagamento degli interessi, che sono modestissimi dato che in questo momento i tassi di interesse sono bassissimi. La gestione del debito, cioè, costa alla Grecia, come a altri debitori (tipo Italia) pochissimo perché il costo del denaro oggi è vicino a zero. Questo, fra l’altro, è uno dei punti forti delle teorie di Krugman, il quale sostiene che conviene fare debiti per rilanciare l’economia perché tanto il denaro non costa niente,
- 4- Anche i soldi per gli interessi, comunque, vengono forniti dai creditori. E si tratta di poca cosa. La gestione dei debito Greco, cioè, è a carico dei finanziatori.
- 5- Se il debito della Grecia venisse cancellato interamente, che cosa cambierebbe? Assai poco. Il giorno dopo la Grecia (come l’Italia, nel caso) riprenderebbe a fare debiti e andrebbe quindi rifinanziata ad opera degli stessi finanziatori pubblici di oggi (il mercato non dà un euro a Atene).
- 6- Dal punto di vista economico, insomma, cambierebbe assai poco. I finanziatori della Grecia dovrebbero comunque sostenere un peso quasi identico, con in più la registrazione della perdita secca dei finanziamenti concessi fino a ieri.
- 7- E anche per la Grecia cambierebbe assai poco. Invece di pagare interessi quasi zero sui vecchi debiti (con fondi forniti dagli stessi creditori), sarebbe tenuta a pagare gli interessi sui nuovi debiti e a ottenere per questi i relativi finanziamenti.
- 8- Ma allora perché tutta questa guerra sulle “condizioni” per accettare di dare nuovi finanziamenti alla Grecia? Solo perché possa “ripagare” il debito, cosa che nessuno pretende. No. Solo perché la smetta di gettare soldi nello scarico del lavandino, come ha fatto in tutti questi anni. Il debito della Grecia, per essere chiari, è di competenza dei finanziatori, cioè dell’Europa. Per la Grecia è solo una partita di giro contabile.
Il problema, quindi, non esiste. Non è che, cancellati i debiti, la Grecia decolla. Il suo problema non è quello di avere dei debiti (questione che è di competenza dei creditori), ma di non avere un’economia e nemmeno uno Sato funzionante.
La verità, come si diceva all’inizio, è che questo è un braccio di ferro tutto politico fra chi vuole dare uno schiaffo alla Germania (ingraziandosi Obama e le minoranze populiste europee) e chi invece pensa che sia più saggio continuare così. E pretendere che la Grecia faccia un po’ di ordine in casa propria.