ROMA – Beppe Grillo trova ogni giorno un aggettivo o una metafora o un franco insulto per ogni giorno ripetere che Matteo Renzi è il peggio fatto e incarnatosi in un premier. Matteo Renzi ha degradato il suddetto Grillo da “gufo” che tifa contro il governo a “sciacallo” che vuole pasteggiare sul cadavere del paese. E’ l’aspetto “bullo” della campagna elettorale per le elezioni europee del 25 maggio. Bullismo da e di propaganda. E anche però consapevolezza che quel voto, il voto tra venti giorni, è un appuntamento a due. Se la giocano loro due, Renzi e Grillo, M5S e Pd. Il resto sono comprimari se non comparse. Se la giocano in due e uno vince e l’altro perde. Se la giocano in due e chi ha perso e chi ha vinto lo dirà la differenza in percentuali tra i consensi raccolti da Pd e M5S.
Quanto sarà lunga la differenza e a vantaggio di chi sarà la differenza? Beppe Grillo va ovunque dicendo che è sicuro di vincere, vincere le elezioni. Vincere vuol dire arrivare primo, ottenere la percentuale più alta. E’ questo quel che Grillo pensa, calcola, prevede? M5S più votato del Pd? La differenza dunque, corta o lunga che sia, a suo vantaggio? O Grillo intende per vittoria un risultato per M5S pari o superiore al 25/26 per cento raccolto alle politiche del 2013? O ancora per vittoria Grillo intende una semplice vittoria politica, insomma anche un 20 per cento abbondante per M5S non sarebbe poca cosa dal punto di vista politico e sociale pur non arrivando M5S primo, proprio no e neanche un po’?
Matteo Renzi indica in M5S la lista da tenere a distanza, a debita e lunga distanza. Suppone Matteo Renzi che il Pd arriverà primo, primo con la percentuale più alta. Sì, ma quanto primo? Differenza a suo vantaggio, sì ma quanto lunga la differenza?
L’ultimo sondaggio, per quel che valgono i singoli sondaggi, realizzato da Ixè per Agorà di Rai 3, attesta di un Pd al 33 per cento e di un M5S al 26 per cento. I singoli sondaggi in realtà poco attestano. Un po’ meglio fanno i trend, le catene di sondaggi che si susseguono. Bene, in tutti i rosari di sondaggi disponibili grano per grano sempre si legge di un Pd che arriva primo e di un M5S che arriva secondo. Sì, ma a quale distanza, qual è la differenza? Questo i sondaggi non sanno, questa è la partita del 25 maggio: la differenza.
La differenza, il distacco che si registrerà tra Pd ed M5S. Entrambi sono favoriti almeno relativamente agli altri concorrenti elettorali dalla bassa affluenza alle elezioni europee rispetto a quelle politiche. Andare a votare per le europee richiede un pizzico di partecipazione politica, di militanza elettorale in più rispetto alle politiche. E sia l’elettorato del Pd che quello di M5S hanno questo granello in più di voglia e motivazione di votare. In più rispetto ad elettorati di centro destra. Un “aiutino” sembra stia venendo a M5S da segmenti di elettorato fino a ieri Pdl che lasciano Berlusconi, saltano Alfano come non esistesse, men che mai si fermano su Renzi e planano su Grillo. Poca cosa ma non pochissima. Mentre Renzi si riprende una bella fetta dei voti che andarono a Scelta Civica di Monti. Pochissima cosa ma c’è.
Sì, va bene, ma la differenza? Con un mio amico ho fatto una scommessa (votiamo in maniera diversa, uno per Grillo l’altro per Renzi). La scommessa è che ciascuno paga venti euro all’altro per ogni punto percentuale di differenza. Vantaggio di un punto per l’uno, l’altro paga venti euro. Due punti quaranta euro, tre sessanta e via a crescere. Un modo per dare concretezza alla discussione su a vantaggio di chi e quanto lunga sarà la differenza. Un modo tra amici. Se poi volete il senso, la realtà politica della differenza, allora eccola qua, misurata e calibrata.
Se la differenza sarà alla fine tra due e quattro punti di percentuale a vantaggio di Renzi, allora è Beppe Grillo che ha vinto. Pd al 29/30 per cento e M5S al 26 è vittoria di Grillo. Se addirittura la differenza fosse di un punto o pari a zero allora sarebbe trionfo, stra-trionfo di Grillo. Se invece la differenza sarà tra i cinque e i sette punti di percentuale a vantaggio di Renzi, insomma Pd al 31/32 e M5S al 24/25, allora sarà vittoria di Renzi. Oltre i sette punti di differenza, un distacco di dieci punti tra Pd primo e M5S secondo significherebbe Grillo “stracciato” da Renzi. Questi i numeri, il loro valore politico. E come corredo ogni possibile scommessa. Come dicono i cronisti sportivi: Renzi o Grillo, Grillo o Renzi: chi fa la differenza?
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