ROMA – C’è chi giura di sapere che si dimette da senatore domani e da leader della destra italiana mai. C’è chi mette la mano sul fuoco sul fatto che da senatore non si dimetterà mai. E chi assicura che si dimette sì da senatore ma solo prima che sulla sua decadenza voti l’aula di palazzo madama, altro che il voto di stasera/stanotte in Commissione. Ci sono “esperti di berlusconismo” che narrano come farà cadere il governo e “contro esperti” che dimostrano come il governo non la farà cadere, proprio per niente. Quasi tutti però alla fine concordano che…con Berlusconi non si può mai sapere. Dando così quasi tutti, consapevolmente o no, a Berlusconi sia del matto, proprio matto, sia del geniale, proprio geniale.
Dopo quasi un quarto di secolo di frequentazione a distanza più o meno ravvicinata del Berlusconi politico e uomo, psiche e portafoglio, cuore e ragione, il più credibile Berlusconi è quello che si legge su La Stampa del 18 settembre a pagina tre per la firma di Ugo Magri. Un Berlusconi cui il giornalista a ragion veduta ed esperienza vissuta mette in bocca a Berlusconi le seguenti parole e argomenti: “Sulla giustizia ho subito il martirio senza falli di reazione, ma di fronte una Finanziaria che mette le mani in tasca agli italiani io mi ribello…”. E’ il Berlusconi classico, il Berlusconi doc: a metà novembre, dopo aver mostrato al mondo che lui non voleva buttar giù il governo buttarlo giù il governo.
Con l’argomento, assolutamente berlusconiano, che se un governo non cancella l’Imu, non ferma l’Iva, non taglia l’Irpef e non se ne frega del debito pubblico al 132 per cento marciante verso il 135, che razza di governo è? Uno schifo di governo! E quindi Berlusconi, non pensando a se stesso, men che mai a Forza Italia rinata, men che mai alla politica, si vede, si narra costretto a fare la crisi di governo e quindi le elezioni. Se poi causa crisi le tasche degli italiani ci rimettono un altro po’ di soldi, beh è colpa di Enrico Letta che come mario Monti “obbedisce” alla Merkel e a Bruxelles.
In una “mappa per l’autunno/inverno” di recente anche Blitz aveva disegnato: crisi di governo non subito dopo la decadenza di Berlusconi da senatore, crisi di governo un po’ più in là per governo che si auto consuma in una sorta di guerra civile interna, crisi con elezioni a primavera 2014, niente maggioranza alternativa e solo un mini governo dopo Letta per arrivare alla data del voto. Elezioni con contesa tra Berlusconi alla guida di tutti i suoi, con Matteo Renzi alla guida di molti dei suoi ma non tutti perché alcuni non vorranno rinunciare alla nobile tradizione della sconfitta, con Beppe Grillo alla replica dello Tsunami.