ROMA – Uno un po’ si imbarazza, quasi si vergogna a constatarlo, eppure è lì, sotto gli occhi, come fai a non vederlo? Uno si imbarazza, quasi si vergogna a dirlo perché ci si la figura del presuntuoso. E perché mai ti deve abbandonare il dubbio che sia tu a vedere male anche se tutto è così nitido, lampante, al massimo un po’ accecante nella sua luminosità. Uno si vergogna, quasi. Si imbarazza sicuro ad allineare ogni giorno le prove ripetute, le conferme schiaccianti, le documentazioni inoppugnabili che siamo diventati un paese popolato e abitato e governato da somari. E ce, se è vero come è vero, che il pesce comincia a puzzare dalla testa, la puzza, l’afrore di somaro, ha ormai raggiunto la coda. Somari, cioè insipienti, incompetenti, confusionari, parolai, disinformati, ignoranti. In una parola inadeguati al ruolo e al compito, alla professione e al mestiere. Al mestiere di governante e anche a quello di cittadino.
I governanti…Quando avremo sconfitto l’austerità (si sta sconfiggendo da sola) resteremo sorpresi e sgomenti nello scoprire l’ovvio e l’acqua calda. E cioè che da noi e per noi l’austerità, che non guarisce la “malattia”, anzi ha effetti collaterali pesantissimi, era alibi e schermo. Sconfitta l’austerità, torneremo più o meno nel mitico e meraviglioso “come prima”. E cioè nel mondo dove, come prima, i governanti preferiscono alzare le tasse, non pagare i fornitori, perdere posti di lavoro piuttosto che perdere un voto. La nostra crisi, la nostra miseria (relativa ma pur sempre miseria fino a ieri ignota) dipendono da questo modo di governare e non dall’austerità o dalla Merkel.
I governanti…Pur di non disturbare i rispettivi e ormai comunicanti serbatoi elettorali da decenni hanno rinunciato, abbandonato la questione del come si produce ricchezza. Da almeno venti anni l’Italia, noi tutti, di ricchezza ne produciamo in quantità decrescente. E questo prima dei subprime americani, della crisi della finanza speculativa, del rigore made in Berlino. Da prima, da quasi un quarto di secolo da noi va così. Da noi e solo da noi. Con il consenso e il plauso dei governati. Perché se i governanti si fossero posti il problema del produrre ricchezza avrebbero dovuto dire e costringere i governati a cambiare modo di studiare, di lavorare, di avere contratti di lavoro, di andare in pensione, di avere campi protetti nella loro attività. E questo innervosisce molto o i governati, quindi zitti, muti, immobili, votati e contenti.
I governanti…un quarto di secolo così seleziona una classe dirigente di irresponsabili per ruolo, incompetenti per funzionalità, improvvisatori per cultura. Un esempio, lampante, palese? Il governo che c’è oggi. Un governo di larghe intese, di vasta maggioranza. Un governo con volti nuovi e generazione cambiata a sedere nei Ministeri. Ecco questo governo si limita, d’accordo con se stesso e con i partiti che lo sostengono, a quello che Stefano Lepri su La Stampa chiama “il minimo comun demagogico”. Ad un paese che non produce più ricchezza si offre il rinvio del pagamento dell’Imu sulla prima casa e 800 milioni di euro per tenere in Cassa Integrazione chi già ci è andato o ci sta andando. Via, almeno dagli occhi ma non dalle tasche, la tassa che fa più rumore ma non certo più danno e reddito minimo senza lavoro sostenuto con soldi pubblici. Come garantire, dare, offrire ad un affamato la proprietà integrale del piatto vuoto e la consegna di buoni pasto fatti di carta che si sbriciola a toccarla. Eppure questi e non altri erano stati i palpiti, i cuori pulsanti della campagna elettorale di Pdl e Pd. Questi i sogni, i dream: un’Italia che non paga tasse e un’Italia tutta protetta dal una universale e gigantesca Cassa Integrazione.
I governanti…somari. E che dire della politica spicciola, quotidiana? Spicciola e quotidiana che però agita e anima giornali e televisioni il cui circolo mette in circolo il teatrino, il teatro, la commedia e il dramma. Che ha pessimi autori, sceneggiatori e attori. Prendiamo l’ultimo: il Pdl che riciccia la legge taglia e nascondi intercettazioni telefoniche. La ripropone in Parlamento pari pari, tale e quale a quella proposta nel Parlamento che c’era prima. Possibile che a nessuno degli “strateghi” del Pdl sia venuto in mente che nel Parlamento che c’era prima Berlusconi aveva la maggioranza e in questo non ce l’ha? Possibile che nessuna “mente” abbia calcolato che stavolta il taglia e nascondi intercettazioni può essere bocciato? E che il bocciarlo possa essere la panchina insperata dove Pd e M5S possono scambiarsi una carezza? Possibile. Dunque insipienti, somari anche nella politica spicciola e di giornata.
Ne vogliamo un’altra di performance somara? Una assai trasversale e coinvolgente? Eccola: l’Imu! Non se è troppa o poca, da cancellare o cambiare. No, l’Imu e basta. Da due anni è una tassa che non si sa, non è dato sapere fino all’ultimo giorno e neanche dopo chi la deve pagare, come e quanto si paga. L’Imu che nel 2012 e ora nel 2013 non si sa mai quant’è. L’Imu che l’anno scorso la dovevi dividere tu tra quella che andava al Comune e quella che andava allo Stato. E poi a dicembre la dovevi ricalcolare perché non era uguale alla rata di giugno. E poi la potevi dividere in tre. L’Imu che nel 2013 di 15 maggio solo si sa che per la prima casa…Non si sa niente! Anche per la prima casa. Si sa che a giugno non si paga ma forse si paga a settembre o forse a dicembre o forse mai. E quanto pagano quelli che pagano a giugno, le seconde case, i negozi, i capannoni, gli uffici…? Non si sa, al 15 maggio non si sa. E la data per pagare è il 17 giugno. Insipienti, incompetenti, somari. Solo così si spiega una tassa così.
E i governati, cioè noi…A frotte, a legioni a farsi prendere dalla foia di “Morte a Equitalia” (grillini compresi) e quindi a predisporsi per farsi prendere dai fondelli prima dai leghisti, poi da Alemanno, quindi da chiunque ne abbia voglia e utile a prenderci per i fondelli. E’ stata Equitalia anni fa a dire per carità liberateci dai Comuni. E’ stata Equitalia a non voler più riscuotere per i Comuni perché non era raro che t pagavi la multa o il tributo a Equitalia e poi non risultava pagato, non a Equitalia ma al Comune. Che la multa la rimandava a Equitalia per farla riscuotere anche dopo pagata. E noi ci infuriavamo, non con il Comune. E’ stata Equitalia a dire basta. E invece leghisti, pentastellati e Alemanni vari se la sono venduta come la “lotta d liberazione da Equitalia”. E noi, i governati, ce la siamo bevuta. Ed ora stiamo lì a scartare come un dono gradito e prezioso la prima grande riforma dell’anno: il tana libera tutti sulle multe. Somari che fanno festa perché si allenta il laccio della mangiatoia che hanno sul muso. Fanno festa perché non sanno che quando il sacco mangiatoia allentato del tutto cadrà in terra, allora faranno molta più fatica a mangiare.
I governanti, i governati…e gli alternativi? Chi, quelli che minacciano di morte i lavoratori del cantiere della Tav? Alternativi lo sono di certo, come, esattamente come lo erano gli squadristi fascisti al tempo loro. Lasciamo gli alternativi a andiamo in tutt’altra famiglia, quella di quelli che “non ci stanno”. E qui incontriamo per primo Beppe Grillo che al dunque ha una sola e ripetuta visione: la catastrofe su cui poi ricostruire “sulle macerie”. Scongiuri a parte, a lavorare di nuovo sulla catastrofe son buoni tutti. C’è evidente somarità civile e umana tra gli alternativi e somarità politica e civica anche tra coloro che “non ci stanno”. E in radio trionfa il bullismo radiofonico del conduttore e la televisione è tutta un tempio all’incompetenza, anche quando fanno le interviste ai calciatori. Non è quindi un caso, un accidente che nel paese dei somari la prima riforma sia il tana libera tutti dalle multe. Non un accidente, è la sostanza.
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