ROMA – Un dubbio si aggira, si condensa, si coagula fino a diventare la classica idea che hai in testa ma che non vuoi condividere con te stesso (citazione da celeberrima vignetta di Altan). Il dubbio, anzi qualcosa di più e di diverso da un dubbio, è che il governo Letta-Alfano, meglio dire il governo Napolitano-Letta-Alfano, sì, insomma quello della stabilità come valore supremo, vantaggio tangibile e risoluta concretezza, sia inutile.
Già, inutile, proprio inutile, non utile alla bisogna, a quel che serve, urge e mai non si fa, neanche si accenna. Togliere dalle spalle di mezza Italia o poco più il peso dell’altra mezza Italia o poco meno. Questo serve, urge, cambia, consente la ripresa economica e anche la ripresa di un minimo di vera giustizia sociale. Ma una cosa del genere il governo della stabilità neanche la accenna, neanche la pensa, è “stabilità” anche sulla iniqua e insostenibile distribuzione dei pesi.
Questione lavoro: mezza o poco più Italia è tenuta a sostenere il peso degli ammortizzatori sociali, cioè della cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga, insomma del salario ridotto che viene pagato a che subisce una sospensione del lavoro e anche a chi il posto di lavoro non l’ha più perché l’azienda è non solo in momentanea crisi ma definitivamente fallita. E’ giusto che la solidarietà e la previdenza collettive assicurino questa quota di reddito. Infatti la cassa integrazione ordinaria e straordinaria la pagano in grandissima parte e preventivamente con i loro contributi le aziende e i lavoratori.
Ma la cassa integrazione in deroga no, quella la paga lo Stato, cioè la fiscalità generale. E chi decide di concederla la cassa integrazione straordinaria? Decidono le Regioni. Quindi le Regioni ci mettono soldi loro. Non più, non ci mettono un euro. Decidono di spendere soldi non loro. Quindi decidono sempre di sì, salvo non essere responsabili del pagamento. Sono letteralmente irresponsabili. Ma non decidono da sole le Regioni, decidono insieme ai sindacati. Sindacati senza la cui firma la cassa in deroga non si può erogare. E i sindacati sempre preferiscono la cassa in deroga rispetto ad ogni altro ammortizzare sociale. Con la cassa in deroga sono loro, i sindacati, che di fatto garantiscono il mezzo stipendio, potere non da poco.
Gli altri ammortizzatori sociali non piacciono a Regioni e sindacati. Un anno, un anno e mezzo di riqualificazione professionale pagata dallo Stato per trovare altro lavoro a Regioni e sindacati non piace. Piace invece loro tenere inchiodati, possibilmente a vita, i lavoratori al posto di lavoro svanito per sempre grazie alla cassa in deroga e in deroga e in deroga…Così facendo non c’è stanziamento che tenga, i soldi pubblici per la cassa in deroga non basteranno mai se chi ha perso un lavoro non viene messo in condizione di saperne fare e trovare un altro. Ma l’Italia delle Regioni, dei sindacati e dei finti posti di lavoro continua a camminare, tra dolorosi sobbalzi, sulle spalle dell’altra mezza Italia o poco più, quella chiamata a ripianare, pagare a piè di lista con le tasse.
Questione fiscale. Facciamola corta: nessuna pressione fiscale può continuare ad alimentare un sistema pubblico e para pubblico dove i casi Atac (azienda trasporti di Roma) sono la regola e non l’eccezione. Assunzioni come se piovesse e pure di famiglia, ma quel che è peggio e peggio costa è l’inefficienza del servizio e il deficit strutturale. Tutta la macchina della Pubblica Amministrazione e tutta la galassia delle aziende pubbliche e semi pubbliche poggiano, marciano sulle spalle di un peso fiscale abnorme.
Lavoro, fisco e riavvio della produzione di ricchezza. In questo triangolo fondamentale il governo è custode delle cose come stanno. Finanzia nuovi deficit con nuove entrate fiscali, non affronta l’improduttività strutturale della spesa pubblica, non toglie dalle spalle di impresa e salario il carico fiscale che li azzoppa entrambi, li costringe a camminare zoppi perché sulle spalle hanno tutte le Atac di questo paese.
Quindi governo strumento inutile ad affrontare il perché e il per come l’Italia vive la sua crisi economica e sociale. La metafora di Enrico Letta è: stiamo sorvolando l’Atlantico, si vedono i grattacieli di Manhattan, atterremo a fine 2014…La realtà è che il governo, e l’Italia, non sono mai decollati, si muovono in un simulatore di volo con dentro il programma di volo sognato perché apparentemente indolore.
E allora, se non ci fosse più il governo della stabilità, qualcuno in Italia saprebbe, vorrebbe, potrebbe prendere di petto il vero problema e cioè quello di togliere dalle spalle di mezza Italia o poco più il peso di quasi mezza Italia? C’è qualcuno in grado di sopportare le grida dei tantissimi che dovrebbero scendere dalle spalle altrui e camminare con le proprie gambe?
Questo qualcuno è forse il Berlusconi con la sua rinata Forza Italia? Anni e anni di loro governo e di loro pubblica attività hanno dimostrato che loro sono la soma, il peso, anzi il sovra peso. Allora forse è Beppe Grillo che toglie dalle spalle di uno gravato come asino e mette finalmente un po’ di carico sulle spalle di chi andava cavalcioni dell’asino? Grillo che sostiene, niente meno svela che non c’è peso da portare, che tutti saranno sgravati e che per questo prende voti a catinelle?
Allora non resta (restava) che il Pd. Ma il Pd è davvero uno strumento utilizzabile? Romano Prodi testimonia di no, ormai il Pd è inservibile. Non perché ci sia stato un po’ di can-can di tessere. E’ strumento inservibile perché che te ne fai di una roba che continua a proclamare “identità” e niente meno che “di sinistra” il mantenimento ottuso di un’economia che taglia, taglieggia il salario pur di pagarsi l’impiego improduttivo? Che te ne fai di uno strumento dove il riformismo, prima di Veltroni, esangue o pugnace che fosse, e ora quello di Renzi, velleitario o sostanziale che sia, viene percepito come inquinamento foriero di pericoli?
Non te ne fai nulla e la prova è che la spina dorsale, la dorsale anziana del Pd tifa il Letta della stabilità (inutile) e non il Renzi del cambiamento (incognito).
Quindi? Quindi a fine 2014, magari inizio 2015 o a metà 2014 vai a sapere, “atterreremo” da qualche parte, pensando sia New York o magari Rio o ancora in qualche luogo “oltre l’oceano”. Invece sarà ancora un landing oltre la pozza di casa, un altro grande balzo nella pozzanghera.
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