ROMA – La rinvigorita Lega Nord sotto la guida ipercinetica di Matteo Salvini non solo fa “animazione” intorno ai campi rom, fa molto di più. Sta cucinando (è a discreto punto di cottura) un referendum niente meno che per abolire la legge Fornero sulle pensioni. Cioè, detta in soldoni, un referendum per tornare alle pensioni di anzianità dopo 35/36 anni di contributi previdenziali versati o anche figurativi e per tornare all’età media di pensionamento pre appunto Fornero: 58/59 anni.
La Lega ha praticamente raccolto le firme per il suddetto referendum che ora viaggia verso il vaglio della ammissibilità. Abolire la legge Fornero sulle pensioni, in fondo ambizione e obiettivo circoscritti quelli della Lega, già che c’erano potevano confezionare e proporre referendum per l’abolizione dei mali nel mondo…Un’Italia che per via di referendum popolare decide di fatto di abbassare l’età pensionabile di almeno cinque anni risulterebbe infatti tra un annetto e mezzo ( i tempi del referendum) un paese che vuole uscire. Non solo dal mal sopportato euro e dall’Europa matrigna. No, un paese che vuole uscire…anzi “andare fuori con l’accusa”. Un paese con circa trenta milioni di assegni pensionistici da pagare ogni fine mese (tanti diventerebbero dagli attuali 22/23) e pagati da scarsi venti milioni di lavoratoti attivi.
Come si suol dire, una certezza, una garanzia…un progetto perfettamente in linea con la politica all’italiana e con il comune e diffuso sentire: proclamare che la pensione è diritto naturale, pensione a 60 anni si intende, garantire un quarto di secolo pagato in pensione appunto a ciascuno e predisporre così alla perfezione certezza e garanzia che le pensioni presto e belle sulla carta nessuno le pagherà nella realtà. Ma di questo ci si accorgerebbe dopo il referendum, mica prima.
Un progettino così lungimirante quello della Lega di Salvini che anche M5S di Beppe Grillo esita a far “comunella” e alleanza. Anche M5S sa che, abolita la legge Fornero e ripristinate pensioni anzianità a 60 anni e anche meno, né il Padre Eterno e neanche la Rete troverebbero i soldi per pagarle davvero poi tutte quelle pensioni. Magari, forse si potrebbe pagarle in lire, se e quando…Di pagarle in euro non se ne parla. In lire svalutate forse, svalutate fino a quanto? Anche M5S che euro e Fornero li considera sciagure esita però a “tuffarsi” nel referendum made in Salvini.
C’è chi però è già ufficialmente salito sul trampolino e flette i muscoli per il “tuffo nel referendum”. E’ la Cgil di Susanna Camusso. Il segretario ha fatto sapere che, “se sarà referendum, la Cgil ci sarà”. Con volitiva determinazione la Cgil della Camusso mette da parte la circostanza per cui il promotore del referendum è, anche attraverso quel referendum, l’aggregatore dichiarato della destra italiana. La destra-destra. Quella alleata con marine Le Pen, quella con Fratelli d’Italia e anche con Forza Nuova. La destra anti Europa. L’avversario primo e incombente della socialdemocrazia europea.
Alla Cgil della Camusso questo non importa né induce alcuna riflessione sul senso e utilità del referendum abolisci Fornero. Alla Cgil e alla Camusso brillano gli occhi all’idea, anche solo all’idea, di abbattere il nemico principale anche fosse per via di collaterale referendum. Smontargli la legge sulle pensioni e quindi ogni parvenza di credibilità europea e quindi sfilargli la sedia di Palazzo Chigi. Alla Cgil e alla Camusso brillano gli occhi anche alla sola idea di fare questo a Renzi, al nemico principale.
Per cui in caso di referendum la Cgil “ci sarà”. Per abolire la legge Fornero sulle pensioni, quella legge che fu votata dal Pd di…Renzi? No a votarla fu il Pd di Bersani, quello molto caro alla Cgil e alla Camusso. Eppur la circostanza non trattiene la Cgil e la Camusso dal “tuffo nel referendum”. Nell’ultima uscita pubblica il segretario generale della Cgil indossava t-shirt con esplicito richiamo a Renzi e scritta “Arrogance” a lui diretta. Quando comizierà pro referendum cancella Fornero/cancella Renzi allora la Camusso potrebbe/dovrebbe indossare t-shirt con scritta “Incontinence” a illustrazione e sintesi della fase politica della sua Cgil.
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