ROMA – Si contano in media tre volte al giorno e tre volte a settimana hanno tra loro il confronto-scontro risolutivo: sono i due pezzi del fu Pdl. Ogni giorno Berlusconi è pronto al mattino a liquidare con un calcio al sedere Angelino Alfano, al pomeriggio a consegnare ad Alfano il partito e soprattutto la linea politica, alla sera si ricomincia da capo. Ogni seduta in Parlamento e ogni intervista su quotidiano e ogni comparsata in tal-show vede i “lealisti” a Silvio accusare i “traditori” e vede i “governativi” accusare gli altri di essere e volere “l’ultima raffica di Salò e Berlusconi in galera”.
Non finisce mai, si ripete sempre, sempre ricomincia. Quindici giorni fa sembrava finita, risolta con Berlusconi che votava, “con travaglio”, la fiducia ad Enrico Letta. Non è mai finita e per oggi pomeriggio, 25 ottobre, è prevista e fossata nuova conto, nuovo scontro, nuovo ultimo atto. Qualunque sarà, non sarà l’ultimo. Sarà un rosario che continua a sgranarsi alternando i grani dell’isteria, della noia, della rissa e della nausea. E’ la storia infinita del Pdl che ce ne sono due, di Berlusconi che vorrebbe far fuori Letta ma non può, poi però vorrebbe, poi però rivuole, poi però abbozza, rincula, cova vendetta, si fa venire l’ulcera. E’ questo il Pdl che si fa Forza Italia, quello che forse si fa “Popolari per…”. Popolari per qualcosa che ancora non si sa cosa ma si capisce bene cosa. Però non oggi, magari domani o doman l’altro, oppure anzi mai. Santanché, Brunetta, Alfano, Formigoni, Cicchitto, Gasparri…Rissa, noia, nausea, isteria.
Di Pd ce ne sono tre, o forse di più. Quelli che “meglio morti che Renzi”. Stanno acquattati come coccodrilli, la stessa prudenza, lo stesso bisogno di azzannare e triturare. Poi c’è il Pd responsabile e di governo, soprattutto di governo. Non sguazza con i coccodrilli ma ai coccodrilli non fa la guerra, talvolta getta anzi loro un buon boccone. Quelli “meglio morti che Renzi”: i Bersani, i Fioroni…Quelli soprattutto di governo: uno per tutti gli Zanonato. Poi ci sono ovviamente quelli che stanno con Renzi. A loro volta suddivisi in quelli che ci stanno davvero, quelli che con Renzi ci stanno perché non c’è niente di meglio e quelli che a Renzi si sono arresi. Poi c’è il Pd della Cgil, piccolo ma combattivo, alla Cesare Damiano. Poi ci sono quelli che fanno da soli, splendidamente da soli o almeno così credono: i D’Alema, le Bindi…
Tre o quattro volte a settimana tra di loro si misurano, affrontano, compongono e scompongono. E si scontrano su legge elettorale quale legge elettorale, larghe intese quali larghe intese, legge di stabilità quale legge di stabilità. In versione più elegante e meno sguaiata anche qui le carte con cui si gioca sono le solite quattro: rissa, isteria, nausea e noia. Il Pdl-Forza Italia gioca più spesso e ama soprattutto la carta “rissa”, il Pd la carta “noia”. La differenza c’è, ma il mazzo di carte, purtroppo, è lo stesso per entrambi.
E lo stesso mazzo di carte è quello con cui gioca M5S. Qui la carta preferita e prediletta è “isteria”. Impeachement per Napolitano, impeachement per tutti…confusione isterica tra impeachement e mozione di sfiducia parlamentare. Ma non è solo la grammatica dell’educazione civica che manca, scarseggia anche quella della educazione civile. Beppe Grillo sta per lanciare il terzo “V-day”, il terzo giorno nazionale del “vaffa”. Purtroppo per loro e per noi il calendario immaginario e programmatico di M5S comprenderebbe, se potessero scriverlo di loro inchiostro e di loro esclusivo pugno, 356 giorni del “vaffa”. Alla fine purtroppo e purtroppo due volte sono come una malattia autoimmune: il sistema immunitario si rivolge e ribella contro lo stesso organismo che lo ospita e che anzi è se stesso.
Per non farsi mancare niente anche quelli di Scelta Civica si stanno facendo una partitona con le quattro carte della rissa, noia, isteria e nausea. Monti dice il peggio possibile di Casini e appare molto credibile quanto lo dice. Casini fa altrettanto e appare altrettanto credibile.
E il governo, e Enrico Letta e il suo elogio, trionfo, orazione della stabilità? Giocando con quel mazzo di carte e quel tavola la infinita e sempre uguale a se stessa partita, Pd, Pdl, M5S e Scelta Civica la legge di stabilità di Letta la faranno a coriandoli, poi la strizzeranno come un lenzuolo, poi la sfiletteranno come una sogliola, nel frattempo se ne sbatteranno reciprocamente in faccia ogni brandello come reciproca offesa, ricatto, ripicca, ripulsa. Lo stanno già facendo, ad ogni occasione. Gli piaccia o no Letta e il suo governo poggiano, stabilmente s’intende, sulla rissa dentro e tra i partiti, sull’isteria programmatica dell’opposizione e della vita politica tutta, sulla noia sociale del tutto si annuncia e nulla mai accade e sulla nausea per questa interminabile grande abbuffata di mezze misure, mezze calzette, mezzo e anche meno ceto dirigente.
Su tutto vigila Giorgio Napolitano. Presidente che tiene in piedi il governo semplicemente perché non ci manda a votare con una legge che dopo il voto ci farebbe ripartire da capo come nel gioco dell’oca, ripartire come prima, peggio di prima. E’ questa l’unica vera stabilità delle “larghe intese” della opposizione feroce, del governo Letta: Napolitano comprensibilmente non ci manda a votare. Però è lo stesso Napolitano che cerca letteralmente di estorcere ai partiti e al Parlamento una nuova legge elettorale. Quindi, se e quando questa nuova legge ci sarà, allora non ci sarà più nessun motivo per larghe intese e relativi governi. Se arriva la nuova legge elettorale, si può smazzare, giocare finalmente ad altro gioco che non sia il poker rissa, noia, nausea, isteria? In teoria sì, cambio legge elettorale, cambio carte, cambio gioco, altro voto, altro giro, altro governo. Ma saranno, sono in molti a voler giocare al poker di prima: tutti i professionisti della rissa, i virtuosi della noia, i campioni dell’isteria, i cultori della nausea. Se fate il conto, anche a spanne, vedrete che sono maggioranza nei partiti, nel parlamento e anche fuori dai “palazzi” non scherzano
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