ROMA – Scandalo: un quotidiano solitamente serio stamane si lascia prendere dalla foga e racconta con il passo e il tono dello scandalo che “un influente membro del governo Renzi” (non la Boschi, un altro) chiese ai vertici di Banca Popolare Emilia Romagna se volevano e potevano fare qualcosa, magari acquisire in tutto o in parte, Banca Etruria.
Era il 2.015 e fin da allora la cosa non fu segreta per nulla. Fu pubblica, ne parlarono tra loro quelli di Bper e quelli di Banca Etruria, chiunque voleva sapere poteva sapere, la cosa era come usa dire di dominio pubblico? Perché oggi viene ristampata e rimasticata come una rivelazione? Sì, certo: c’è la vecchia regola del giornalismo secondo al quale non vi è nulla di più inedito del già pubblicato. Sì, certo c’è il perfezionamento del meraviglioso paradosso di Altan in vignetta sul giornalismo (“Non è successo un c…Mandiamo tre inviati speciali e titoliamo) tragico vuoto”…Ma c’è qualcosa di più, c’è un’ebbrezza generale, una generale ubriacatura che è talmente generale appunto da produrre i suoi effetti come a nostra generale…insaputa.
Che un governo e singoli membri di un governo si occupino di una banca in crisi e cerchino per lei dei compratori non solo non è di per sé sospetto, tanto meno illecito. E’ compito e dovere del governo fare di queste cose. No…? E allora perché è cosa buona e giusta da tutti invocata che governo tramite i suoi commissari e anche tramite la sua azione cerchi qualcuno che si compra Alitalia? Alitalia è un’azienda privata che sta collassando. Il lavoro del governo per cercare chi se la compra è previsto dalla legge e invocato dalle cosiddette parti sociali e approvato dalla pubblica opinione. Appare ovvio, normale, doveroso che il governo “non lasci sole e soli” aziende e lavoratori in crisi. Nessuno dice che è uno scandalo e nessuno scova e stampa i pur cento e mille interventi ministeriali (di tutti i governi) per Alitalia.
Ma per Banca Etruria non vale, cercare un compratore per Banca Etruria è raccontato e percepito come cosa oscura e sospetta. Confondendo, mischiando, e, anche non volendo, imbrogliando le carte. Per essere chiari: se Maria Elena Boschi ministro del governo Renzi avesse direttamente preso contatto con Unicredit per accertare se per Unicredit era conveniente comprare Banca Etruria, se la Boschi fosse stata allora e oggi solo ministro di un governo, allora il suo intervento sarebbe stato doveroso. Se la Boschi fosse stata e fosse solo un ministro, la differenza (e che differenza) è che la Boschi è la figlia di un dirigente di Banca Etruria, forse responsabile e forse no del dissesto bancarioe comunque parte in causa. E’ la parentela ilo conflitto d’interesse, l’indebito, l’eventuale scandalo. Non che un ministro si muova per azienda che è la normalità, l’ovvia normalità.
Ma nel clima di generale ebbrezza, tutti ebbri dopo aver bevuto otri di “l’unico politico buono è quello muto, cieco e sordo”, nella generale danza degli ubriachi ogni giorno e dovunque si esige che il governo intervenga ma se non è l’orto di casa tua quello dove intervenire allora la mossa e intervento del governo sono scandalosi.
Non se ne esce più, la sbornia non passa, il paese non la smaltisce. Ed è una sbornia triste e acida. Ad ogni angolo della politica, della società e dell’informazione si incontrano ubriachi che straparlano. Chiedono ad esempio che Alitalia nessuno la tocchi o sia venduta a chi gli pare purché Alitalia resti uguale, una robina carina che perde quasi due milioni al giorno. Chi ce li mette? L’ubriaco scandisce in sillabe sottolineate: qualcuno ce li metterà. Altri ubriachi volevamo che a Banca Etruria nulla accadesse, che restasse la Banca che prestava agli amici degli amici, comodi prestiti a perdere sul “territorio”. E che i correntisti avessero garantiti i loro conti anche se soldi liquidi non ce n ‘erano più e chi aveva investito in azioni e obbligazioni Banca Etruria non fosse disturbato nei suoi magri o grassi rendimenti e interessi da riscuotere, anche se non c’era più nulla che potesse fruttare interessi. Come, con i soldi di chi? L’ubriaco declama e biascica insieme: con i soldi dei…potenti!
La sbornia non passa, il paese non la smaltisce, gli effetti della sbronza diventano senso comune, la gente sorride a applaude gli ubriachi e anche giornali e telegiornali ormai viaggiano con il fiasco in mano.