Massimo Carminati, detto “Il Cecato” per la sua antica ferita all’occhio, percepiva e continua a percepire un assegno di invalidità dall’Inps. Circostanze non virtuosissime portarono alla ferita, uno scontro a fuoco con la polizia. Ma uno, anche se criminale, sempre invalido è e quindi con tutta probabilità fu giusto e corretto il riconoscimento dell’invalidità e il relativo assegno.
Sempre che, e non è dato sapere, assegno e invalidità siano riferiti alla menomazione visiva. Poi, ed è storia fresca, Massimo Carminati va e sta in galera con l’accusa niente meno che di associazione mafiosa. L’assegno di invalidità Inps corre lo stesso, non vi è notizia di sospensione e probabilmente qualcuno provasse a sospenderlo vi sarebbe pioggia di Tar e consimili ad impedirlo.
Quindi il braccio duro e la mente impietosa di Mafia Capitale beneficia e beneficerà dell’assegno invalidità Inps, l’Italia è il paese del dio me l’ha dato e guai a chi lo tocca, è questo il primo comandamento della sua costituzione materiale. Sorprende quindi fino a un certo punto, la curiosità è un’altra.
Come gli venne in mente a Carminati di chiedere l’assegno probabilmente magro, che ci faceva, che faccia faceva Carminati quando gli arrivano mensilmente quei mille euro probabilmente scarsi? Lui che di euro ne maneggiava a infilava in tasca a milioni? Forse aveva semplicemente tradotto il fascistissimo “Boia chi molla” della sua gioventù in un maturo “non si molla niente”, neanche l’assegnuccio dell’Inps.