Mafia, spaghetti, cosa è cambiato dai tempi della copertina dello Spiegel?

di Giovanni Pizzo
Pubblicato il 21 Aprile 2024 - 08:32
Mafia, spaghetti, cosa è cambiato dai tempi della copertina dello Spiegel?

La copertina di Der Spiegel

Mafia, spaghetti, cosa è cambiato dai tempi della copertina dello Soiegel? Non serve più sparare quando i politici ti chiedono i voti.

Tutto potrebbe derubricarsi ad un sistema clientelistico ormai debordante, se non ci fosse la parolina magica, anzi diabolica, mafia. È il caso dell’inchiesta ippica di Palermo che coinvolge uno eletto con sinistra e destra, oltre le appartenenze, idem le vicende di Catania. C’è mafia o mafiosità nell’aria. Quando Der Spiegel, il settimanale tedesco, uscì con la pistola su un piatto di spaghetti ci offendemmo tutti.

Allora la criminalità organizzata era potente, lasciava morti per strada per fare capire chi comandava, ma era anche forte il contrasto civile alla mafia, che poi negli anni successivi al 1992 condusse alla sconfitta militare delle mafie.

Oggi la mafia è diversa, praticamente non spara, non ne ha bisogno, i tempi sono cambiati, gli basta fare un’Opa sull’economia e sulla politica. Ed è molto più pervasiva, soprattutto in politica, in quanto conta di più. Con il precipitare della rappresentanza democratica, e con il connesso crollo dei votanti, il voto mafiosamente organizzato di fatto conta il doppio.

I voti mafiosi sono gli stessi ma sono spariti quelli liberi, hanno perso fiducia nella politica come soluzione dei problemi collettivi, e rimangono solo quelli che vogliono risolti problemi personali, alcuni illegittimi o illeciti. Da qui la forza del mafioso locale. Non è più lui ad andare dai politici per chiedere, ma sono loro a venire da lui a chiedergli gli insostituibili, pur se indifendibili, voti.

Oggi la maggioranza dei voti è frutto di scambio, lo è stato quello del RDC promesso dai 5stelle, lo è quello di quota 100, o di altre categorie a cui si promettono soldi o riduzioni di tasse, lo è quello con la mafia a cui si risolvono problemi locali o si garantiscono appalti. La quota di voto libero diventa sempre più residuale, più si riduce la massa dei votanti più in proporzione il voto non è libero. 

I prefetti dovrebbero dirci se il voto nei loro territori, considerando gli effetti probatori delle indagini svolte dagli inquirenti, è agibile. Si può votare a Catania, per esempio, dopo il combinato disposto delle due indagini svolte in queste settimane? Oppure è solo scambio?