“L’orrore, l’orrore che non ha limiti e confina col genio”.
Queste, nel mio ricordo, le ultime parole di Kurtz nell’indimenticabile film di Francis Ford Coppola, ‘Apocalypse now’.
Negli ultimi mesi ho avuto l’impressione di trovarmi anch’io a bordo di un’imbarcazione senza controllo né pilota, che si lascia trascinare– dimenticata la propria missione – verso l’orrore di un immancabile disfacimento . Nessuno a bordo sa più che fare: chi si dipinge il volto, chi si arrotola uno spinello, chi spara a mitraglia contro le tenebre.
Ci si aspetterebbe di trovare una forma di genialità in fondo a tutto questo. Un disegno perverso ma a suo modo provvidenziale.
In fondo a tutto questo sembra invece esserci il nulla, un nulla attonito , senza risposte né domande.
Dove stiamo andando tutti, trascinati da una corrente melmosa, su una barca senza guida, di cui nessuno vuol prendere il timone, anche perché sembra non essercene più uno ?
“Il vuoto della politica”, dicono. Ma è anche peggio. Un vuoto è tale perché può e deve essere riempito. Quasi una legge fisica. Il nulla, invece, non può prorprio essere riempito.
Paradossalmente, occorrerebbe ricostruire il vuoto, per cominciare finalmente a riempirlo: di azioni, volontà, progetti. Solo in questo vuoto la politica può provare a ricostruirsi.
La rete, il web, non riempie un vuoto (che non esiste ) ma dà voce al nulla (la cui esistenza è fondata sul non esistere affatto). Non voce nel deserto, ma voce del deserto, sussurrio indistinto da Purgatorio dantesco.
La politica unisce, pacificandole o mettendole in conflitto, la molteplicità delle solitudini, dotandole di un ‘senso’ che altrimenti esse non avrebbero o non saprebbero trovare. La rete – voce nel nulla, brusio di tanti indistinti nessuno – non ha una dimensione politica; è impossibile riconoscervi l’amico o il nemico.
Con il Movimento 5 Stelle è come se il nulla – impersonato da un fool shakespeariano dall’ accento genovese – avesse fatto irruzione nel vuoto della politica, di ogni politica, appropriandosene con il pretesto di chiudere con una ‘certa’ politica e con i suoi flebili personaggi.
Ma la rete, il web, non può porsi a sua volta come soggetto politicamente riconoscibile, essendo fondata proprio sulla negazione di ogni fare politico. Chi accetta di parteciparvi diventa automaticamente un non-soggetto, un fantasma informe, privo di identità, convinzioni, pregiudizi, responsabilità : di tutto quello, insomma, che costituisce una ‘persona’ e una personalità.
Le idee, se vi fanno una rapida comparsa, vi si sfarinano, sbriciolano, annullano. Non serve gridare ai traditori, ai troll, ai fake (a ragione i personaggi che popolano questo grottesco mondo fantasy ), agli ‘schizzi di merda digitale’, che traggono la loro natura dalla stessa natura del contesto che li produce. La rete non ammette fedi, lealtà, discussioni: tutti vi sono potenziali traditori, troll, fake, esseri maligni.
Il Movimento 5 Stelle, pervenuto al successo con la complicità di una legge’porcata’, ha per ciò stesso assolto al proprio compito: mettere la politica di fronte al fantasma del nulla. Spetta ora alla politica respingere quell’immagine o riconoscervisi.
C’è solo da sperare che trovi la forza di respingere il nulla (comico, tragico, tragi-comico) tornando a occupare quel vuoto che un paese stremato è più che disposto a concederle.
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